Karima El Mahroug in esclusiva a RTL 102.5: “Non ho sentito Berlusconi. Le mie bugie sono state la mia difesa. Ho commesso errori. Poi mi sono pentita di essere entrata a casa di Berlusconi"

Karima El Mahroug in esclusiva a RTL 102.5: “Non ho sentito Berlusconi. Le mie bugie sono state la mia difesa. Ho commesso errori. Poi mi sono pentita di essere entrata a casa di Berlusconi"

Karima El Mahroug in esclusiva a RTL 102.5: “Non ho sentito Berlusconi. Le mie bugie sono state la mia difesa. Ho commesso errori. Poi mi sono pentita di essere entrata a casa di Berlusconi"


Assolta dai giudici del tribunale di Milano dall'accusa di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter, Karima El Mahroug è stata ospite di ‘Non Stop News’ su RTL 102.5 in compagnia di Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro. “Non sono solo quel capitolo, Ruby è stata un’invenzione. Ho perso la mia identità. Ora prendo in mano la mia vita”, racconta in radiovisione.

A RTL 102.5, in Non Stop News, la prima intervista esclusiva a Karima El Mahroug. Assolta insieme a tutti i 28 imputati del processo Ruby Ter, Karima El Mahroug affida ad una biografia il racconto delle serate trascorse nella villa dell’ex premier Silvio Berlusconi, anche lui assolto da tutte le accuse di corruzione e falsa testimonianza.

"TREDICI ANNI: UN MACIGNO, IO NON SONO RUBY"

«Con il mio libro “Karima” volevo mettere un punto a questi tredici anni, sono stati un macigno. Il libro mi ha aiutato a mettere insieme i pezzi, un viaggio nel mio ‘io’ più profondo, ha dato voce a me stessa dopo anni in cui ho permesso al mondo di potermi definire. Scrivere questo libro è stato liberatorio. La mia speranza è che la gente possa conoscere tutta la mia storia, non sono solo quel capitolo che è stato raccontato. "Ruby" è sempre stata un’invenzione. A diciassette anni mi sono trovata in un circo mediatico che non mi appartiene, ma non avevo l’età per proteggermi. L’assoluzione di ieri è stata una liberazione», racconta Karima El Mahroug a RTL 102.5. «Il nome “Ruby” non mi ha mai rappresentato. Era stato scelto come nickname su Facebook ed è stato poi preso dalla stampa e utilizzato nelle aule di tribunale, ma non sento nessuna appartenenza a quel nome. Il libro si intitola “Karima” per questo motivo, spero che da oggi in poi il mondo inizierà ad indentificarmi con il mio nome. Per anni ho perso la mia identità ed è già tanto essere chiamati per nome», continua.

"NON HO SENTITO BERLUSCONI, SPERO CI SIA L'OPPORTUNITÀ DI SENTIRLO"

«Non ho avuto modo di sentire Berlusconi, non era tra le mie priorità. Spero ci sia l’opportunità di sentirlo. Sono contenta della sua assoluzione, tredici anni hanno distrutto me ma hanno distrutto anche lui. Questa vicenda non poteva che avere questo fine», afferma Karima El Mahroug a ‘Non Stop News’.

"LE BUGIE SULL'ETÀ E SULL'IDENTITÀ UNA DIFESA, MI SONO PENTITA DI ESSERE ENTRATA IN QUELLA CASA"

A RTL 102.5, intervistata da Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, Karima El Mahroug ripercorre la vicenda. «Ero una ragazza che ha vissuto l’infelice adolescenza di cambiare diciotto comunità e di dover crescere prima del tempo, non godere della spensieratezza di quell’età. Le bugie erano una difesa dalla vita di strada, un metodo che utilizzavo fino a quando non mi sono potuta concedere il lusso di non dover difendermi più», dichiara. «Non credo di aver sbagliato, perché l’unica cosa realmente sbagliata è stata capitare nel posto giusto ma nel momento sbagliato. Con il senno di poi mi sono pentita di essere entrata a casa di Berlusconi. Tutto è stato strumentalizzato. Grata di fare quella conoscenza ma negli anni dopo mi sono pentita di essere capitata in quella casa. Se mi guardo indietro sono fiera di me e del mio percorso, bisogna perdonarsi, fare una crescita personale e guardare avanti. Sono stati tredici anni difficili ma non rinnego la conoscenza, sono grata a tutte le persone che mi hanno dato un supporto e mi sono sati vicine nel momento del bisogno. La giustizia italiana l’ho vissuta in modo pesante, una trafila difficile se hai diciassette anni. Sono rimasta fedele a me stessa e coerente alla versione dei fatti. Non sono scappata, non mi sono arresa, sono legata all’Italia. Sapevo che la verità sarebbe uscita fuori, e ieri ne e stata la prova».

LE INTERCETTAZIONI: "IN QUEL MOMENTO SONO SCESA NEL RIDICOLO, MI VERGOGNAVO"

«Io non ho avuto una vita normale, dovete immaginare una ragazzina e che si trova tutti le persone che le guardano, chiusa in casa, qualcuno si sarebbe drogato o suicidato. La mia vergogna era tale che in quel momento sono scesa anche io nel ridicolo facendo delle chiamate. Sono state soltanto tre giornate di una ragazza che provava solo a salvarsi e allontanare l’etichetta della prostituta che mi era stata affidato», afferma a RTL 102.5.

IL FUTURO DI KARIMA EL MAHROUG

«Quando avevo l’età di mia figlia sono arrivata in Italia, a nove anni le direi di godersi la spensieratezza e il bello della vita, ma per me alcuni maltrattamenti erano iniziati in casa mia. Ciò che ho vissuto non mi ha permesso di fare progetti a lungo termine, sono andata avanti a piccoli passi. Devo abituarmi a questa sensazione di libertà dopo tanti anni di sofferenza», conclude così ai microfoni di RTL 102.5.



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Karima El Mahroug

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