L'Europa dei territori nel rapporto del Comitato europeo delle regioni
12 ottobre 2023, ore 15:00
agg. 24 ottobre 2023, ore 15:12
Pubblicata come ogni anno la relazione annuale sullo stato delle regioni e delle città per il 2023
Dopo una nuova crisi globale innescata dalla pandemia Covid prima e dall'invasione russa dell'Ucraina poi, anche il 2023 è un anno complesso per il mondo intero e per l'Unione europea, che si ritrova ancora una volta a dover affrontare sfide che saranno cruciali per il futuro degli Stati membri e non solo. La recente nuova fase di tensione in Medio oriente ha reso poi uno scenario già complesso ancora più delicato. In questo spazio, l'Unione europea si muove anche e soprattutto a livello territoriale per rispondere a quelle sfide tramite i leader regionali e locali "che garantiscono che l'Europa sia fatta da tutti e per tutti". La frase è di Vasco Alves Cordeiro, presidente del Comitato europeo delle regioni che, come ogni anno, ha pubblicato la relazione annuale dell'Unione europea sullo stato delle regioni e delle città per il 2023, compreso il barometro regionale e locale annuale prodotto in partenariato con IPSOS, per raccontare "l'incredibile forza e l'impegno degli enti locali e regionali in Europa". Il tutto a otto mesi dalle prossime elezioni europee.
Il rapporto
Come ogni anno, la relazione disegna lo stato delle regioni e delle città dell'Unione europea. Attori che gestiscono le crisi, che plasmano il futuro dell'Europa e che si rendono protagonisti delle politiche di coesione e di sviluppo sostenibile. In questo quadro, il Comitato delle regioni e la relazione si orientano verso dieci punti in particolare.
- Mantenere e rafforzare il sostegno all’Ucraina, collaborando con le regioni e le città dell’UE nel processo di ricostruzione e di riforma.
- Garantire un approccio di governance multilivello alla transizione energetica. Solo incrementando i fondi UE è possibile aumentare i progetti locali e regionali e migliorare il loro impatto per soddisfare l’ambizione climatica dell’UE sul campo e rafforzare l’accettazione della transizione verde all’interno delle comunità locali.
- Investire in modo significativo nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nella loro mitigazione, con una strategia basata sul territorio, per preservare la coesione e la resilienza tra le regioni e le città, nonché di fronte agli effetti dirompenti e asimmetrici dei cambiamenti climatici, e alla perdita di biodiversità.
- Sostenere l’agricoltura locale sostenibile e collaborare con gli enti locali e regionali, per contribuire a rendere i sistemi alimentari europei più resilienti e sostenibili.
- Garantire un maggiore sostegno all’attuazione del Green Deal europeo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello locale e regionale.
- Sbloccare gli investimenti per la duplice transizione verde e digitale, sostenendo le persone e riducendo le disuguaglianze, e promuovendo nel contempo la competitività industriale delle regioni europee.
- Riformare la politica di coesione con una missione e un approccio basato sul territorio, applicando il principio di “non nuocere alla coesione” in tutte le politiche.
- Un approccio a lungo termine alle zone rurali deve prevedere investimenti a favore della loro transizione verde e digitale, per combattere efficacemente lo spopolamento e attrarre giovani talenti.
- L’UE deve far leva sulla fiducia dei cittadini nei rappresentanti regionali e locali, per rafforzare ulteriormente e più efficacemente la democrazia europea.
- Coinvolgere gli enti locali e regionali, con la loro esperienza e le loro reti, per prepararsi alla prossima ondata di allargamento.
Una best practice: i comuni italiani
Tra i buoni esempi a livello europeo c'è anche quello dei comuni italiani e della loro capacità di spesa. Come riportato nella relazione, secondo il sindaco di Bari e presidente ANCI Antonio Decaro, i comuni italiani sono molto attivi nell'attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza. In un discorso del 7 luglio, ha sottolineato che ai comuni sono stati assegnati 40 miliardi di euro su un totale di 191,5 miliardi di euro e che hanno già impegnato il 90% di tali fondi, il doppio del tasso medio di impegno per i fondi assegnati ad altre entità. Su oltre centomila procedure di appalto pubblico, infatti, i comuni ne hanno già gestite oltre cinquantamila. Secondo Decaro, il dispositivo per la ripresa e la resilienza sta avendo un effetto significativo sugli investimenti delle città.