L'iceberg più grande del mondo sta per schiantarsi su un'isola nell'Atlantico, a rischio centinaia di migliaia di pinguini

L'iceberg più grande del mondo sta per schiantarsi su un'isola nell'Atlantico, a rischio centinaia di migliaia di pinguini

L'iceberg più grande del mondo sta per schiantarsi su un'isola nell'Atlantico, a rischio centinaia di migliaia di pinguini


L'iceberg, che è grande come la regione Molise, è alla deriva da tre anni e potrebbe ora causare una strage di animali

Un incubo fatto di ghiaccio. L'iceberg A68a, che è grande quasi quanto la regione italiana del Molise, sta per schiantarsi su un'isola nell'Oceano Atlantico del Sud.


Alla deriva dal 2017

L'immenso iceberg, che misura 4.200 chilometri quadrati, è alla deriva dal mese di luglio del 2017, quando si staccò dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C, situata nel Mare di Weddell, nell'Antartide. Ora ha quasi raggiunto l'isola di South Georgia, che è a 1.500 chilometri di distanza dal luogo d'origine del ghiaccio e che si trova nell'Oceano Atlantico del Sud. Si tratta di un remoto territorio britannico d'oltremare al largo del Sud America. Gli scienziati ritengono che sul distaccamento dell'iceberg possa avere in parte contribuito anche il riscaldamento globale. 


A rischio diverse specie di animali

Secondo gli esperti, una collisione tra l'iceberg e l'isola potrebbe devastare la fauna, mettendo a rischio l'intera catena alimentare. Sono in pericolo pinguini, foche e balene. Le acque di quella zona, infatti, sono tra le più ricche del pianeta a livello biologico. L'iceberg potrebbe compromettere irrimediabilmente il fondo del mare con il suo ricco habitat fatto di spugne, plancton e coralli. Se restasse nei pressi dell'isola potrebbe imprigionare le foche e due milioni di pinguini, impossibilità a seguire le consuete rotte percorse per procurarsi il nutrimento. 


La rotta degli iceberg

Quando si è staccato dall'Antartide, l'iceberg misurava 5.800 chilometri quadrati. Ha iniziato a muoversi seguendo quella che viene definita la iceberg alley, il viale degli iceberg, viaggiando in senso orario verso nord. Lungo il percorso si è diviso in diversi pezzi ed è quello più grande, A68a appunto, che ora preoccupa il mondo scientifico. 


La corsa contro il tempo degli scienziati

Nei pressi dell'iceberg, a gennaio arriverà la nave James Cook, che trasporta sommergibili e robot. E arriveranno anche gli scienziati della British Antarctic Survey. Studieranno il modo in cui il blocco di ghiaccio andrà a impattare sul grado di salinità dell'acqua dell'Oceano e sulla vita nel fondale. Se l'acqua diventerà troppo dolce moriranno le colonie di krill, di cui i pinguini si nutrono e che usano per sfamare i piccoli. “Dobbiamo capire gli effetti che enormi iceberg possono avere sulla fauna selvatica e sulla vita marina, quindi sono lieto che il programma Blue Belt, che lavora con i territori britannici d’oltremare per proteggere e gestire in modo sostenibile le loro acque, sia in grado di supportare questa ricerca di fondamentale importanza missione” ha detto Lord Goldsmith, Ministro del Pacifico e dell’ambiente. 


La possibile soluzione naturale

In due casi l'iceberg potrebbe però non schiantarsi sull'isola. Se, grazie alla corrente, continuerà a girare su se stesso restando al largo oppure se, sciogliendosi, pian piano sprofondasse. Sarebbe una sorta di miracolo per una delle più grande aree marine protette del mondo. In passato era già successo che un iceberg davvero grosso provocasse un disastro ambientale. È accaduto nel 2004, con l’iceberg A-38. Non era grande quanto A-68A, ma causò la morte di innumerevoli pulcini di pinguino e cuccioli di foca, che furono ritrovati sulle spiagge della Georgia del Sud, la stessa zona in cui si trova oggi l'iceberg A68a.



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