In India dieci milioni di persone sono state colpite dal coronavirus. Ora la grande sfida è quella del vaccino per un Paese che conta quasi un miliardo e 400 milioni di abitanti ed è stato il secondo più contagiato al mondo dopo gli Stati Uniti.
Il lancio del vaccino
La prima fase di vaccinazioni in India sarà di grandi proporzioni. Il governo di Narendra Modi ha deciso di somministrare il farmaco a 300 milioni di persone, tante quante l'intera popolazione degli Stati Uniti. Il gruppo prioritario è composto da 30 milioni di operatori sanitari, poliziotti, soldati e volontari e 270 milioni di persone vulnerabili, per lo più cittadini di età superiore ai 50 anni e altri 10 milioni con gravi malattie. Chiunque riceverà il vaccino dovrà poi sottoporsi a un richiamo con una seconda iniezione. L'obiettivo del governo è vaccinare almeno 600 milioni di persone entro il mese di agosto.
Un'impresa titanica
Il progetto vaccini stilato dall'India è davvero molto ambizioso soprattutto per un Paese in via di sviluppo con scarse infrastrutture e un sistema sanitario pubblico inadeguato, già messo a dura prova dalla pandemia. C'è però un vantaggio fondamentale. L'india è un hub globale per la produzione di vaccini. Le sue aziende di produzione di massa possono arrivare a preparare i vaccini, sviluppati da aziende farmaceutiche occidentali, più velocemente e in maniera più economica rispetto alla maggior parte degli altri paesi. Arrivando poi all'effettivo processo di vaccinazione, l'India ha già una vasta rete consolidata nell'ambito del suo Programma di immunizzazione universale, che coinvolge circa 55 milioni di persone all'anno.
L'organizzazione sul modello delle elezioni
Il premier Modi ha anche suggerito che il Paese possa attingere alla sua esperienza nell'organizzazione delle più grandi elezioni democratiche del mondo, adottando un approccio di società che coinvolge la partecipazione di Stati, distretti, società civile, cittadini ed esperti. "Ogni singolo indiano che ha bisogno di essere vaccinato sarà vaccinato", ha detto il segretario indiano alla sanità Rajesh Bhushan in una conferenza stampa.
Quali vaccini contro il coronavirus verranno lanciati per primi?
Dei tre candidati al vaccino Covid-19 in attesa di approvazione in India, due vengono prodotti localmente in India. Uno di questi è Covishield, sviluppato dall'Università di Oxford e AstraZeneca e prodotto dal Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini al mondo. L'altro è il primo vaccino contro il coronavirus in India, Covaxin, sviluppato congiuntamente da Bharat Biotech e dall'Indian Council of Medical Research gestito dal governo. Pfizer India ha anche chiesto l'autorizzazione all'uso di emergenza per il vaccino contro il coronavirus sviluppato da Pfizer e BioNTech.
Il Serum Institute
Il Serum Institute of India è il più grande produttore di vaccini al mondo. Il responsabile dell'azienda ha però chiarito che si concentrerà sull'immunizzazione dell'India prima di inviare i vaccini all'estero. Per l'India risulta comunque essere più adatto il vaccino di Oxford, che si conserva con le temperature di un normale frigorifero. Quello della Pfizer, invece, deve essere mantenuto a meno 75 gradi e al Paese mancano infrastrutture per raggiungere questo obiettivo.