L’Italia su Cop27, la conferenza per il clima sarà un successo se non faremo marcia indietro
06 novembre 2022, ore 08:00
Oggi il via alla Conferenza sul clima, a Sharm el-Sheikh. Con un nuovo appello, è intervenuto nei giorni scorsi, anche Papa Francesco
Se tutto va bene, non torniamo indietro. Ma sarà dura, tira una brutta aria. Alessandro Modiano, l'inviato speciale italiano per il clima, è un diplomatico di lunga esperienza, e non si esprime proprio così. Ma stringi stringi, la sua previsione sulla Cop27 di Sharm el-Sheikh, fatta a un webinar del think tank sul clima, è proprio questa. E arriva l'ennesimo appello anche da Papa Francesco, che ha definito l'ambiente "una drammatica urgenza, auspicando che la Cop27 faccia un passo in avanti, prima che sia troppo tardi".
L’IMPEGNO DELL’ITALIA
La Cop27 di Sharm el-Sheikh, in programma da oggi al 18 novembre, "deve salvaguardare gli obiettivi sul clima fissati alla Cop26 di Glasgow - ha detto Modiano -. Già questo sarebbe un successo, perchè al G20 abbiamo visto una forte propensione a fare marcia indietro". La posizione dell'Italia secondo l'inviato è che "quanto si è acquisito alla Cop26 e al G20 non sia rimesso in discussione". Ma "è innegabile che la crisi geopolitica abbia conseguenze profonde sulle politiche per il clima. Nel breve periodo anche la Ue ha dovuto adottare decisioni non in linea con i suoi target. Le tensioni su Taiwan hanno ridotto la propensione della Cina a collaborare". Il quadro però non è del tutto nero. Secondo l'inviato "la Ue ha mandato il messaggio politico che, al di là dell'emergenza, resta ferma sui suoi obiettivi climatici". Quanto all'Italia, "il nuovo governo ha lanciato un segnale importante, con la partecipazione della premier e del ministro dell'Ambiente. Andiamo con tutte le forze che abbiamo per mostrare l'impegno del Paese". L'Italia ha "un forte impegno sulla mitigazione e confermerà il raddoppio della finanza per l'adattamento", con la presentazione il 7 novembre del suo Fondo per il clima. Si tratta di 840 milioni all'anno per 5 anni, per aiutare i paesi più poveri. La conferenza in Egitto "sarà molto concentrata sui paesi vulnerabili" agli effetti del cambiamento climatico, ha spiegato Modiano, e alle loro "istanze di fondi per l'adattamento e le perdite e i danni. La pressione sarà molto forte. I paesi in via di sviluppo sono sostenuti da alcuni paesi del G20".
ALTRI OSTACOLI ALLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
La crisi energetica, le tensioni fra superpotenze su Ucraina e Taiwan, non facilitano gli sforzi e le intese fra i paesi per la lotta al cambiamento climatico. Il riscaldamento avanza, i disastri si moltiplicano, ma gli obiettivi ambiziosi fissati l'anno scorso alla Cop26 di Glasgow sono a rischio: da mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi, a stanziare 100 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi poveri a decarbonizzare, fino a istituire un fondo per ristorare le perdite e i danni (loss & damage) di desertificazione ed eventi meteo eccezionali. Già al G20 si è visto che alcuni grandi paesi in questo momento preferiscono pensare a energia, crescita e potenza geopolitica, piuttosto che al clima.
L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO
Dal Bahrein, nei giorni scorsi, papa Francesco ha ricordato "quanti alberi vengono abbattuti, quanti ecosistemi devastati, quanti mari inquinati dall'insaziabile avidità dell'uomo, che poi gli si ritorce contro! Non stanchiamoci di adoperarci per questa drammatica urgenza, ponendo in essere scelte concrete e lungimiranti, intraprese pensando alle giovani generazioni, prima che sia troppo tardi e si comprometta il loro futuro! La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che avrà luogo in Egitto tra pochi giorni, sia un passo in avanti in tal senso!".