05 marzo 2021, ore 20:00
agg. 08 marzo 2021, ore 10:42
Sono due milioni e cinquecentomila invece i guariti dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese
Appena pochi giorni fa il nostro Paese ricordava il suo primo anno di Coronavirus. Dodici mesi che hanno segnato, seppur in maniera diversa, ciascuno di noi. Un periodo sembrato interminabile per alcuni, volato in un lampo per altri. Che si faccia parte della prima o della seconda categoria, l'anno in cui il mondo ha conosciuto il Covid-19 lo racconteremo ai nostri figli e ai nostri nipoti così come i nostri nonni hanno raccontato a noi eventi epocali - felici e cupi - come l'opulenza italiana degli anni settanta o l'arrivo della televisione a colori. Guardandoci indietro, però, sembrerebbe quasi che in un anno sia cambiato poco o nulla. Migliaia di nuovi casi ogni giorno, nuove restrizioni in arrivo, i portoni delle scuole che tornano a chiudersi. A pensarci bene qualcosa però è cambiato: è partita la campagna vaccinale, questo sì. Siamo tutti più preparati a fronteggiare il nemico, anche. Ma siamo anche tutti più stanchi; una stanchezza che ci entra nelle ossa fino a trasformarsi in esasperazione.
Curva in risalita?
Dagli ultimi dati diffusi il nostro Paese ha sfondato la quota dei tre milioni di contagiati. Ciò che vuol dire che circa una persona ogni venti ha contratto il Coronavirus negli ultimi dodici mesi. Oltre quattrocentocinquantamila persone sono attualmente positive e impegnate a fronteggiare un nemico invisibile e subdolo che a più riprese pensavamo, in cuor nostro, di aver sconfitto. C'è un altro dato che in qualche modo potrebbe confortarci. È il numero dei guariti dallo scoppio della pandemia in Italia: quasi due milioni e cinquecentomila persone. Un dato altrettanto enorme che ravviva la fiammella infiacchita che è la nostra speranza di uscirne.
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Brusaferro: "L'incidenza sta salendo"
Tra le voci che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi c'è quella del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro: "La curva segnala una ricrescita dei casi nel nostro Paese; seppure non sia una tendenza solo italiana, l'incidenza sta salendo". Nel corso della conferenza stampa sull'analisi del monitoraggio settimanale della cabina di regia si è fatto presente come siano in calo i casi registrati nelle Rsa - le residenze sanitarie assistenziali -, anche se alcuni focolai vengono segnalati presso le strutture ospedaliere. Una tendenza che secondo Brusaferro può essere dovuta al proliferare delle varianti del virus. Un'altra indicazione di rilievo è l'ambito familiare come principale luogo di infezione: "È un elemento importante" spiega il presidente dell'Iss. "In questo momento il contagio avviene soprattutto a livello familiare".