10 dicembre 2018, ore 12:00
Le saline italiane potrebbero produrre circa 4-5 milioni di tonnellate all’anno, ma ne producono solo 2 milioni
L'Italia svende il suo sale. Facendo un paragone, quello Himalayano, conosciuto per il caratteristico colore rosato, costa fino a 50 euro al chilo, mentre il migliore sale marino italiano vale, in media, solo tre euro al chilo. Sul grande divario di prezzo è intervenuto Giampietro Comolli, esperto di food&wine economy e ricercatore sul sale. “Il sale italiano da tavola – spiega l'analista - ha caratteristiche particolari, sia esso marino o salgemma come quello di Volterra, ed è ingrediente indispensabile di stranote produzioni Dop come il Prosciutto di Parma, di Modena e di San Daniele. Non può perciò essere oggetto finanziario, una mera commodity, ma strategico per l'Italia, quindi da tutelare, da controllare, da certificare''. Secondo i dati raccolti da Comolli, le saline italiane (di mare e di miniera), circa quindici in tutto, potrebbero produrre circa 4-5 milioni di tonnellate di sale all’anno, ma ne producono effettivamente solo 2 milioni, di cui un milione viene utilizzato per contrastare il ghiaccio sulle strade, un altro milione per uso chimico-industriale, 240-280mila tonnellate per uso alimentare, cosmetico e terapeutico.