L’occupazione femminile cala del 49%. E’ la prima volta dal 2013

L’occupazione femminile cala del 49%. E’ la prima volta dal 2013

L’occupazione femminile cala del 49%. E’ la prima volta dal 2013


L’emergenza Covid non solo ha portato a una perdita copiosa di posti di lavoro delle donne ma ha anche peggiorato le loro condizioni di lavoro

La pandemia ha allargato, nel mondo del lavoro, il divario tra uomo e donna. L’occupazione femminile scende del 49% e per la prima volta dal 2013. I dati del bilancio di genere 2020, nell’anno dello scoppio della pandemia, evidenziano i cali maggiori tra le più giovani, al Sud e nelle isole. Sono penalizzate soprattutto le donne con figli: impiegate il 25% in meno delle coetanee senza figli. Rallenta anche la crescita delle imprese femminili e non va meglio sul fronte delle dirigenti, nel 2020 non c'è nessuna donna amministratore delegato nelle grandi aziende quotate nella Borsa italiana. Il bilancio di genere segna rosso ha commentato la sottosegretaria al ministero dell’economia, Maria Cecilia Guerra, che presenterà i dati in Parlamento, il Covid -ha aggiunto- non solo ha determinato una perdita di posti di lavoro delle donne ma ha anche peggiorato le loro condizioni di lavoro.

GUERRA, BILANCIO GENERE IN ROSSO, COVID HA ALLARGATO FORBICE

"Diversamente rispetto alle crisi precedenti, l'impatto di quella pandemica è stato particolarmente negativo sulle donne: si è tradotto non solo in una significativa perdita di posti di lavoro in settori dominati dalla presenza femminile, ma anche in condizioni di lavoro peggiori, in una accresciuta fragilità economica e in un conflitto vita-lavoro ancora più aspro del passato", spiega la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra. "Avevamo faticosamente superato la soglia psicologica del 50% nel tasso di occupazione femminile e con la pandemia siamo rovinosamente scivolati indietro - aggiunge – peraltro senza che si sia ancora riusciti a recuperare il terreno nonostante la ripresa economica".

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA. RAPPORTO DOMINA, AL SUD UNA COLF SU TRE E' MASCHIO

A Palermo e a Messina una colf su tre è maschio. Seguono Calabria e Campania con oltre il 15% degli assunti. A Gorizia, la componente maschile è quasi inesistente. A dirlo il terzo rapporto Domina sul lavoro domestico che fotografa la dimensione regionale delle assunzioni maschili nel settore del lavoro domestico. L'incidenza maschile nel lavoro domestico, mediamente dell'12,4% a livello nazionale, raggiunge il 22,4% in Sicilia e supera il 15% in Calabria e Campania. In quasi tutte le Regioni gli uomini sono impiegati prevalentemente come colf; in controtendenza Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise, dove gli uomini svolgono prevalentemente mansioni di cura alla persona.


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