L'umanoide iCub in clinica per aiutare i bambini autistici, a Genova saranno coinvolti 50 piccoli
L'umanoide iCub in clinica per aiutare i bambini autistici, a Genova saranno coinvolti 50 piccoli
23 dicembre 2020, ore 09:00 , agg. alle 16:29
Il robot umanoide iCub, realizzato all'Istituto Italiano di Tecnologia, protagonista per la prima volta al mondo di un trattamento sperimentale nell'ambito di una ricerca sui disturbi dell'autismo all'interno di una struttura riabilitativa
Nei prossimi mesi il team Social Cognition in Human-robot Interaction di IIT guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska lavorerà insieme all'equipe riabilitativa del Centro Boggiano Pico di Genova, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo dell'Opera Don Orione, per testare l'efficacia dell'utilizzo del robot nel trattamento di bambini affetti da disturbo dello spettro autistico direttamente in un contesto ambulatoriale. La sperimentazione prevede l'interazione tra il robot iCub e un gruppo di bambini già inseriti nel percorso terapeutico del Centro Boggiano Pico, allo scopo di sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui. La fase iniziale della sperimentazione si rivolge a circa 50 bambini e si concluderà a giugno del 2021. L'obiettivo, nei prossimi anni, è sviluppare ulteriori e diversi training che possano aiutare bambini con spettro autistico a implementare e accrescere specifiche competenze.
Un disturbo complesso
Il disturbo dello spettro autistico è una sindrome complessa che esordisce in età evolutiva e che colpisce circa l'1% della popolazione mondiale. In Italia, sono almeno 600 mila le famiglie, interessate dall'autismo. Dei 435 mila nuovi nati nel nostro paese nel 2020, più di 4 mila soggetti potrebbero essere diagnosticati con spettro autistico nel corso dell'età evolutiva. In Liguria, dal 2008 a oggi il numero dei pazienti seguiti dai servizi delle Asl è passato da 500 a oltre 1500. La sperimentazione prevede l'interazione tra iCub e un gruppo di bambini già inseriti nel percorso terapeutico del Centro Boggiano Pico, allo scopo di sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui. Le persone con autismo, infatti, hanno difficoltà a cogliere la prospettiva spaziale di chi si trova di fronte a loro, e proprio questo tipo di abilità è alla base di numerose competenze sociali. "Un robot - ha spiegato Agnieszka Wykowska - ripete la stessa azione, nello stesso identico modo, un numero infinito di volte, cosa che risulterebbe impossibile per un essere umano, d'altra parte le competenze del terapeuta sono insostituibili". La sperimentazione prevede il coinvolgimento di bambini nella fascia della prima infanzia in trattamento presso la struttura, e si integra con i metodi e le strategie abilitative già in corso. La fase iniziale della sperimentazione si rivolge a circa 50 bambini e si concluderà a giugno 2021. Il training prevede un allestimento che consiste in un tavolo, realizzato dai tecnici IIT, dotato di strumenti per rendere l'interazione tra robot e bambino più semplice ed efficace come un vassoio mobile per lo scambio di oggetti, paratie trasparenti per garantire una sicura interazione e cubi di gommapiuma dotati di figure e colori diversi su ogni faccia. Durante il trattamento iCub scambia uno dei cubi in gommapiuma con il bambino e osserva una delle sue facce. In seguito il terapista chiede al paziente quale immagine o colore presente sulla faccia del cubo riesca a vedere e quale, secondo lui, il robot stia guardando. Gli specialisti del Centro Boggiano Pico, per facilitare l'interazione tra i bambini e il robot hanno lanciato un contest tra i piccoli pazienti per trovare un nome all'iCub utilizzato nel training, per ora soprannominato dott. Robot. Questa collaborazione si inserisce nel contesto del Center for Human Technologies dell'Istituto Italiano di Tecnologia che, anche grazie al supporto della Regione Liguria, nasce per connettersi con le realtà cliniche e ospedaliere del territorio per trasferire i risultati della ricerca in contesti reali.