"L’urlo dei Gattopardi", moti siciliani e sentimenti d’altri tempi tra intrighi politici e intrecci amorosi: ci racconta i retroscena l’autrice, Liana Zimmardi

"L’urlo dei Gattopardi", moti siciliani e sentimenti d’altri tempi tra intrighi politici e intrecci amorosi: ci racconta i retroscena l’autrice, Liana Zimmardi Photo Credit: “L’urlo dei Gattopardi” di Liana Zimmardi, Giunti
26 febbraio 2025, ore 09:00
Anni turbolenti, quelli di metà ‘800, con l’Italia (allora disunita) che vedeva nascere e crescere il fermento popolare, come nel caso dei moti siciliani che fanno da sfondo a questa storia
Tutti - chi prima, chi dopo - nel corso della propria vita devono confrontarsi con la storia. E quando si dice “storia” facciamo riferimento sì ai libri, alla materia scolastica e al suo studio (e alle interrogazioni), ma ancora prima agli eventi che la storia l’hanno scandita. Momenti incisi nelle pieghe del tempo che hanno forgiato la società del presente e che forgeranno quella del futuro. Eventi quindi che è bene quantomeno conoscere per cultura personale.
E probabilmente la storia (questa volta sì la materia scolastica) diventa ancor più simpatica e interessante quando decade l’obbligo di imparare nomi e date a memoria, per non farsi cogliere impreparati all’interrogazione. Non a caso i maggiori fruitori di programmi televisivi che trattano questa materia sono gli spettatori con qualche anno in più sulle spalle.
La storia assume poi tutto un altro spessore e un altro appeal nel momento in cui diviene parte integrante di un romanzo. Probabilmente perché diventa più facile comprendere eventi e situazioni quando si empatizza con personaggi tangibili. Come nel caso de “L’urlo dei Gattopardi”, il libro di Liana Zimmardi pubblicato da Giunti che ci riporta indietro nel tempo ai moti siciliani. Frangenti sociali assai turbolenti in cui l’autrice fa muovere i suoi personaggi, tra intrighi politici e intrecci amorosi. Andiamo dunque dietro le quinte de “L’urlo dei Gattopardi”.
ALLA SCOPERTA DE L’URLO DEI GATTOPARDI
Liana, da dove nasce l’ispirazione per questa storia?
“L’ispirazione nasce sempre dalla ricerca e dallo studio. Quando voglio raccontare una nuova storia, cerco qualcosa che catturi la mia attenzione. Per “L’urlo dei Gattopardi”, tra le varie letture e l’ascolto di alcuni podcast, mi colpì in particolare il fatto che i primi moti del ‘48, quelli che diedero avvio alla Primavera dei Popoli in tutta Europa, scoppiarono proprio a Palermo. Incuriosita, iniziai ad approfondire l’argomento, finché non decisi che andava riportato alla luce, perché da troppo tempo dimenticato. L’unico modo in cui sapevo e potevo farlo era attraverso una storia d’amore.
Così, continuando a studiare e a ricercare, sono nati i due protagonisti: George e Isabella. Lui è un giovane proprietario terriero che, come molti inglesi del suo tempo, arriva in Sicilia per condurre i suoi affari. Irrequieto e affascinato dagli ideali di libertà del popolo siciliano se ne lascia subito coinvolgere. Lei, invece, è una nobildonna colta e intelligente che, oltre a lottare contro il dominio borbonico, combatte anche per libertà di tutte le donne.
Attorno a loro gravitano altri personaggi: Alberto, secondogenito di un conte, che diventa il migliore amico di George ma, ahimè, come in ogni storia d’amore che si rispetti, è innamorato anche lui di Isabella; Cettina, nipote di un oste, bella e verace, che porta il punto di vista del popolo, e non manca di innamorarsi, a sua volta, di George. Infine, ci sono i meno simpatici Leonardo, fratello di Alberto, e Maria Sofia, sorella di Isabella, pronti a mettere loro i bastoni tra le ruote.
Ma presto la rivoluzione travolgerà tutti, portandoli verso il compimento del loro destino.”
Domanda amletica a là “l’uovo e la gallina”: ai fini della narrazione, sono nati prima gli intrecci sentimentali che si sviluppano nel libro oppure gli intrecci socio-politici che animano il mondo siciliano di quegli anni?
“Gli eventi storici influenzano in modo significativo le scelte dei personaggi, che non potrebbero esistere al di fuori di quel contesto. Direi, quindi, che gli intrecci socio-politici nascono per primi mentre quello sentimentale è il mezzo attraverso cui vengono raccontati.”
Il libro offre spunti e punti di vista molto interessanti, anche per capire come funzionava la società dell’epoca. C’è la nobiltà, c’è il popolo, c’è l’imprenditore straniero, e ognuno di questi profili ha i propri grattacapi con cui confrontarsi. Quanto lavoro di ricerca è stato necessario per poter raffigurare in maniera credibile ogni singolo personaggio?
“In un romanzo storico, seppure d’amore, la ricerca è una componente essenziale e imprescindibile anche per la costruzione dei personaggi. Ogni dettaglio va curato con attenzione: non solo la personalità, ma anche il linguaggio, il modo di vestire, l’ambiente in cui si muovono e, naturalmente, il loro sentire, che non è lo stesso di oggi.
Per questo, ho dovuto immergermi nel sentimento di libertà e indipendenza dell’epoca, che in alcuni strati della popolazione era fortissimo, al punto che le persone erano disposte a uccidere e a morire per i propri ideali. Per raccontare l’amore tra i due protagonisti, ho dovuto confrontarmi con un sentimento ostacolato dalla differenza di ceto, un aspetto assolutamente rilevante all’epoca, ma anche con il senso dell’onore e della colpa legato ai vari tradimenti. Quando costruisco un personaggio e la sua storia, mi pongo sempre la fatidica domanda “E se…?”. E se in quel contesto arrivasse un giovane inglese, borghese, che…? E se una nobildonna si innamorasse di lui…? Da lì, aggiungo ostacoli e difficoltà tessendo la trama passo dopo passo, ma sempre parallelamente agli eventi storici.”
L’URLO DEI GATTOPARDI, TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO
A proposito di tempi di lavorazione, di quanto tempo ha bisogno una storia come L’Urlo dei Gattopardi per poter vedere la luce? Quali sono stati i tempi di gestazione?
“Ho cominciato a scrivere questo romanzo a dicembre del 2021 e ho completato la prima bozza in circa un anno. Durante la fase di revisione, ho capito che il romanzo aveva potenzialità che andavano sviluppate e valorizzate e che, per farlo, avevo bisogno di un confronto con persone esperte di editoria. Quando ho deciso di farmi aiutare da un’editor freelance, però, è subentrata la malattia di mio padre e poco dopo la sua scomparsa. Ho dovuto interrompere tutto. In quel momento non avevo più la forza di lavorarci e decisi di lasciarlo andare nel mondo così com’era. La Giunti ha creduto nel mio lavoro e, grazie alle sue magnifiche editor e all’ottimo lavoro di squadra fatto insieme, eccolo qui. In totale, il percorso è durato circa tre anni.”
Questo è il tuo primo lavoro ad arrivare in tutte le librerie italiane, dopo diversi lavori in self publishing. Quali sono le sensazioni?
“Stordimento, confusione, emozione, persino timore, non di essere giudicata e criticata, di questo non mi importa, ma di deludere le aspettative di chi crede in me: parenti, amici e casa editrice.”
Sguardo proiettato al futuro, per quanto siamo consapevoli che dopo la pubblicazione di un libro ci sia anche il fisiologico momento di appagamento e di riposo. Hai già qualche idea per qualche libro che ti frulla nella testa in chiave futura?
Riposo mai! Da quando scrivo sento il bisogno di avere sempre una storia tra le mani e nuovi personaggi da modellare, altrimenti mi sento vuota. In questo momento sto revisionando un paio di libri che ho scritto tempo fa, prima e durante “L’urlo dei Gattopardi”, perché non sono il tipo da lavorare su un solo libro alla volta, mi annoierei. Infatti, sto iniziando a scrivere il mio primo romanzo medievale, che è anche la prima storia vera che racconto.
La sfida, stavolta, è far rivivere personaggi realmente esistiti, dare loro un corpo e un’anima. E forse è ancora più complicato che inventarli di sana pianta.”