17 novembre 2020, ore 13:01
Il crollo dei consumi riguarda in particolare i settori collegati al turismo, per il presidente della Confcommercio Sangalli serve una reazione immediata del governo, oltre a indennizzi per le imprese colpite dalla crisi e moratorie fiscali e creditizie
Nessuno si illudeva. La situazione è drammatica, le strade dello shopping sono vuote, nonostante l’avvicinarsi delle festività natalizie, ma leggere i numeri della Confcommercio - nel video in fondo potete ascoltare le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Carlo Sangalli a RTL 102.5 - non può che suscitare preoccupazione. Nell’ultima rilevazione che riguarda il mese di ottobre si parla di un crollo dei consumi del 8,1% rispetto allo stesso mese del 2019. Una doccia fredda dopo la forte ripresa registrata nel terzo trimestre dell’anno. A pagare più duramente la crisi i settori colpiti dalle misure restrittive anticovid e, inevitabilmente, legati alla filiera del turismo. Così i servizi ricreativi perdono il 73,2%, gli alberghi il 60%, per i bar e ristoranti - 38%. E non è finita qui perché l’associazione prevede per il mese di novembre una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% rispetto al dato annuo. Questo in considerazione anche del fatto che le misure adottate dal governo per il contenimento dell’epidemia di coronavirus sono entrate in vigore all’inizio del mese di novembre, con la divisione del Paese in 3 fasce per il differente rischio di contagio.
Stando così i numeri, senza particolari novità nel mese di dicembre, la Confcommercio stima preliminarmente una decrescita congiunturale del Pil del 4% nel quarto trimestre del 2020. Si tratta di dati che non dovrebbero incidere in maniera significativa sull’andamento del prodotto interno lordo per l’anno in corso, valutato tra il -9 e il -9,5%, ma che potrebbero incidere sulla ripresa del 2021, facendo saltare le più ottimistiche previsioni di un forte rimbalzo. Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “serve una reazione subito da parte del governo” con un indennizzi adeguati per le imprese colpite dalla crisi e moratorie fiscali e creditizie. “"Nello stesso tempo –prosegue Sangalli- chiediamo che legge di Bilancio e Piano di ripresa puntino sugli investimenti necessari a rimettere in moto produttività e crescita a vantaggio di più coesione sociale".
Il Natale come ancora di salvezza
A questo punto si guarda al Natale e allo shopping del mese di dicembre per salvare il salvabile. Per il momento il governo è stato chiaro: non saranno prese decisioni prima del 3 dicembre, giorno in cui scadrà l’ultimo Dpcm varato dal governo. Per le regioni inserite da subito nella fascia rossa per il rischio contagio, quindi Lombardia, Piemonte, Valle D’aosta e la provincia di Bolzano, una prima valutazione dovrebbe essere effettuata il prossimo 20 novembre. Per il momento non si attendono novità fondamentali. Più facile potrebbe essere invece ottenere qualche concessione in più per le città inserite nelle zone arancioni e gialle. Si cercano formule per garantire la sicurezza e allo stesso tempo stimolare i consumi. Così si valuta l’ipotesi di allungare gli orari dei negozi , che potrebbero restare aperti fino alle 22 o alle 23 e sempre con accessi contingentati dei clienti. Altra ipotesi di cui si è parlato in questi giorni è quella far scattare il coprifuoco a mezzanotte, almeno nei giorni festivi, e garantire l’attività dei centri commerciali, magari con gli accessi controllati dei clienti. Di certo sarà per tutti gli italiani un Natale decisamente più sobrio, a tutti sarà richiesta responsabilità, nella speranza che il 2021 si apra con una ripartenza di tutte le attività economiche.