La due giorni della Premier in Nord America, Meloni, la sinistra usa Mattarella contro il premierato, ottimi rapporti con il Colle

La due giorni della Premier in Nord America, Meloni, la sinistra usa Mattarella contro il premierato, ottimi rapporti con il  Colle

La due giorni della Premier in Nord America, Meloni, la sinistra usa Mattarella contro il premierato, ottimi rapporti con il Colle   Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


03 marzo 2024, ore 00:30

Dalla due giorni in Usa e Canada, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni trae un bilancio positivo e sulle questioni italiane ribadisce l'ottimo rapporto con il Quirinale

Giorgia Meloni ribadisce che nel mirino non c'era il presidente della Repubblica, con cui il rapporto è "ottimo", ma la sinistra, che cerca di aprire "una crepa" fra Palazzo Chigi e il Colle "per fare una campagna contro il premierato e per un interesse di partito". La presidente del Consiglio  chiarisce così cosa intendeva dire mercoledì scorso, dopo gli scontri al corteo di Pisa, indicando il pericolo di "togliere il sostegno delle istituzioni" alle forze dell'ordine. Su questo si sono concentrati i venti minuti del punto stampa alla fine della doppia missione fra Washington e Toronto, una due giorni dal bilancio "molto positivo" in cui gli alleati hanno condiviso le priorità del G7 italiano. Al ritorno la premier dovrà decidere se chiedere verifiche in Sardegna "Intanto aspettiamo la fine di questo primo riconteggio", dice,  e sarà impegnata con gli altri leader del centrodestra martedì a Pescara per l'ultima spinta a Marco Marsilio, con la speranza di evitare un nuovo flop.

Il sostegno di Usa e Canada

Fra Usa e Canada la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,  incassa il sostegno di due preziosi alleati, Joe Biden e Justin Trudeau (con il Canada sigla anche una Roadmap per una cooperazione rafforzata), insiste sulla necessità del dialogo per arrivare a una de-escalation in Medio Oriente, sull'importanza della risposta agli Houthi nel Maro Rosso, e si confronta sull'utilizzo dei fondi russi congelati in Europa, che sì "sarebbe giusto usare per ricostruire l'Ucraina", ma è difficile dal punto di vista finanziario e legale. Così per ora meglio concentrarsi sulla soluzione europea che riguarda gli extraprofitti generati da quei fondi, un'ipotesi su cui ragionare anche al G7.

Le domande dei giornalisti

Al suo bilancio, però, nel punto stampa le domande puntano soprattutto sulle tensioni che da giorni animano il dibattito politico italiano. Secondo Meloni "c'è un tentativo di costruire uno scontro artefatto con il presidente della Repubblica, che non esiste: è sbagliato e una forte mancanza di rispetto tentare di utilizzarlo della sinistra che non vuole che i cittadini possano scegliere direttamente chi li governa". Il premierato è alla base di tutto, una riforma che - è la tesi della premier - "volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato, perché so che il presidente Mattarella è una figura di garanzia, è un'istituzione unificante". A preoccupare la premier non sono quindi gli spifferi dal Quirinale riportati dalla stampa, perché "di solito il Quirinale non fa filtrare i propri umori, quando ha qualcosa da dire la dice: dubito possano essere filtrati malumori su una cosa del genere: se qualcuno pensa che potessi riferirmi a Mattarella, vuol dire che pensa che lui abbia tolto il sostegno alle forze dell'ordine. Io non lo penso questo". Anzi, la premier considera il capo dello Stato "diverso da altri politici" anche perché "quando alcuni poliziotti sono stati circondati da esponenti dei centri sociali che tentavano di liberare un immigrato irregolare che doveva essere rimpatriato, ha alzato il telefono e espresso solidarietà agli agenti". Lo ha chiarito più volte davanti ai giornalisti, "anche i parlamentari sono un'istituzione, e ce l'avevo con sinistra sempre capace di criticare quando cose vanno male ma mai capace esprimere solidarietà alle forze dell'ordine, che hanno visto in questo ultimo anno 120 agenti in ospedale feriti durante le manifestazioni". Meloni ricorda che dal 7 ottobre ci sono state "oltre mille manifestazioni pro-Palestina", che in generale "è meglio non usare i manganelli" e ammette che negli ultimi casi "probabilmente qualche errore è stato fatto: però non mi piace che nell'1,5% dei casi in cui le cose vanno male si generalizzi sulle forze dell'ordine".

La Sardegna

Mentre riparte per Roma, la Sardegna aspetta finalmente un risultato definitivo. Giorgia Meloni assicura di "non essere pentita" di aver puntato su Paolo Truzzu, ma per ora non chiede verifiche sullo spoglio: "Bisogna aspettare e vedere come finisce questo primo riconteggio che si sta facendo. Si sta assottigliando parecchio lo scarto, le cose sono andare meno peggio di quanto sembrasse".


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