La fuga e oggi la cattura. Giacomo Bozzoli era nascosto nel cassettone del letto matrimoniale della sua villa sul Garda

La fuga e oggi la cattura. Giacomo Bozzoli era nascosto nel cassettone del letto matrimoniale della sua villa sul Garda

La fuga e oggi la cattura. Giacomo Bozzoli era nascosto nel cassettone del letto matrimoniale della sua villa sul Garda   Photo Credit: Fotogramma.it


11 luglio 2024, ore 20:43

T-shirt nera, capelli spettinati, barba e baffi: così si presenta Giacomo Bozzoli nel video pubblicato su Instagram dalla pagina 'Orgoglio bresciano', dove si vede il ricercato che viene caricato in auto dai carabinieri davanti alla sua villa di Soiano del Lago

L'hanno cercato all'estero ma Giacomo Bozzoli era nascosto nella sua camera da letto della villa di Soiano del Garda quando i carabinieri lo hanno trovato e arrestato. I militari avevano visto dei movimenti sospetti e sono entrati nell'abitazione tra l'altro imbottita di cimici. "Abbiamo capito che era nella villa di Soiano e lo abbiamo trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. In un borsello aveva 50mila euro". Lo ha detto il procuratore di Brescia Francesco Prete nella conferenza stampa in cui sta raccontando i dettagli dell'arresto di Giacomo Bozzoli. "Sappiamo che si è recato con compagna e figlio in Spagna poi ha fatto rientro in Italia con mezzi di fortuna". Non si trova la Maserati Levante utilizzata presumibilmente per lasciare l'Italia.

LA FUGA

Una fuga disperata all'estero, forse anche per depistare gli inquirenti, in Francia e Spagna. E poi il ritorno nella 'sua' Soiano del Lago, nel Bresciano, dove è stato catturato dopo i tanti appelli a costituirsi, a partire da quello lanciato dal suocero Daniele Colossi fino a quello del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli che lo ha esortato: 'Fallo per tuo figlio'.  Una fuga durata 11 giorni, dopo che la Cassazione aveva confermato l'ergastolo a suo carico per l'omicidio dello zio Mario, gettato nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno nel 2015.

GLI APPELLI

"Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca al più presto per il bene suo ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino", aveva detto giorni fa il suocero di Bozzoli, invitando il 39enne ad affrontare le sue responsabilità. Poi era arrivato anche l'appello del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli: "Se gli interessa veramente il bene del figlio dovrebbe costituirsi. Solo così la vicenda non sarà più una notizia e la sua famiglia potrà ritrovare un po' di tranquillità". Sempre oggi, la Procura di Brescia aveva aperto un'inchiesta contro ignoti per procurata inosservanza della pena, con l'obiettivo di trovare eventuali complici che potrebbero aver aiutato il 39enne a progettare e realizzare la fuga. Tutto era cominciato il primo luglio. In aula Bozzoli non si era presentato quando la prima sezione penale della Corte di Cassazione a Roma aveva confermato la sentenza a suo carico. I carabinieri si erano recati a Soiano, dove però non avevano trovato nessuno. Il primo indizio della fuga era arrivato dai vicini di casa, secondo i quali la famiglia era assente da almeno una decina di giorni. Da lì ha preso il via il grande mistero su dove si fosse rifugiato il condannato, con gli inquirenti che hanno iniziato a fare "terra bruciata" attorno a Bozzoli. Due giorni dopo si è saputo che la Maserati intestata al ricercato era passata sotto un lettore targhe a Manerba e a Desenzano. Poi, però, il nulla. In fuga con il 39enne c'erano anche la compagna Antonella Colossi e il figlio di 9 anni, rientrati in Italia il 5 luglio scorso.

IL FIGLIO CONFERMA VERSIONE MADRE

Il piccolo, sempre oggi, è stato ascoltato in audizione protetta, confermando sostanzialmente la versione della madre, che agli investigatori aveva detto di non sapere dove fosse Giacomo e di aver perso la memoria in seguito a un forte shock. La famiglia, forse per un ultimo viaggio, si era recata in Francia, a Cannes, e da lì in Spagna, a Valencia prima - con tanto di tappa all'acquario - e poi a Marbella, dove il volto di Bozzoli era stato immortalato dalle telecamere di un hotel. Poi sul latitante è calato di nuovo il silenzio fino a oggi, quando è stato trovato nella sua villa di Soiano sul Lago.


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