16 giugno 2022, ore 17:00 , agg. alle 18:02
600 euro in più, è quanto stanno pagando le famiglie italiane a causa del caro carburanti dovuto alla crisi ucraina
Una vera e propria stangata di quasi 600 euro a famiglia, è il prezzo da pagare per l’aumento del costo del petrolio, e di conseguenza quello dei carburanti. Si tratta di una media calcolata dall’elaborazione dei dati del Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, fatta dall'Unione europea delle cooperative, sui prezzi del carburante che ha, tra le sue cause, quella di gonfiare i prezzi anche di molti altri prodotti e di conseguenza alzare l’inflazione in Italia.
I prezzi
Il prezzo di benzina e diesel alla pompa ha sfondato di nuovo i due euro al litro, e senza la riduzione delle accise voluta dal governo, si tratterebbe di una pesante stangata per gli automobilisti. I prezzi alti sono decretati non solo dal rialzo del prezzo dei carburanti, ma ad influire è anche l’ultima decisione di Gasprom di tagliare del 15% della fornitura di gas all’Eni. Un insieme di elementi che, calcoli alla mano, hanno portato il prezzo della benzina più caro del 25,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno , mentre per il diesel si parla di un aumento del 32%.
Immatricolazioni in calo
Il costo elevato dei carburanti blocca anche le vendite di automobili in Italia. Su un parco auto circolante di quasi 39 milioni di vetture, le immatricolazioni nel 2022 sono in calo. Meno 39,1% per quelle a benzina e -37,8% per quelle a gasolio. Anche la vendita di auto ibride e quelle elettriche risulta diminuito del 7,5%. E in tutto questo i produttori devono fare i conti con la decisione europea della riduzione delle emissioni del 55% entro il 2035 e il raggiungimento della neutralità climatica per metà secolo votati dal Parlamento Europeo. Questo porterà sicuramente auto molto meno inquinanti, ma anche alla riduzione del personale nelle aziende. E in questo contesto si inserisce l’allarme di Cna Lombardia, l'associazione di categoria che rappresenta le micro e piccole imprese del settore autoriparazione e della componentistica ad alto valore aggiunto per l'automotive, che prevede per la Lombardia il rischio di oltre 20mila posti di lavoro che andranno persi quando le auto saranno solo elettriche.