25 maggio 2023, ore 14:00
Per il Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, esiste uno stato di profondo e diffuso condizionamento criminale dei comportanti della pubblica amministrazione
"Da procuratore nazionale antimafia credo sia doveroso richiamare l'attenzione del dibattito pubblico sullo stato di profondo diffuso condizionamento criminale dei comportanti della pubblica amministrazione. Basterebbe guardare allo stato delle amministrazioni sciolte in 30 anni per accertati condizionamenti della criminalità mafiosa per toccare la concretezza dei problemi dell'assenza di ogni filtro, controllo, prevenzione". Lo ha detto, come riporta l'Agenzia Ansa, Giovanni Melillo davanti alla Commissione Giustizia della Camera che lo ha ascoltato sulla riforma dell'abuso d'ufficio.
Via sanzioni a abusi P.A. è vulnus a obblighi Ue
"II venir meno della possibilità di sanzionare condotte abusive rappresenterebbe un vulnus agli obblighi internazionali sottoscritti dall' Italia in tema di corruzione con la convenzione di Strasburgo". E visto che i clan mafiosi tendono a entrare sempre più in contatto con la Pubblica Amministrazione, si sta esponendo l'Italia "al rischio di apparire fonte di indebolimento del sistema di incriminazione", proprio mentre il Paese con il Pnrr "si appresta a utilizzare ingenti risorse" che sono anche il frutto di "tasse pagate da cittadini di altri Stati europei". Così il procuratore antimafia Giovanni Melillo in un'audizione sulla riforma dell'abuso d'ufficio.
Archiviato l'85% delle denunce
"I rischi di espansione di una discrezionalità giudiziaria rispetto all'attività amministrativa dopo la riforma del 2020 sono confinati in ambiti assolutamente marginali. E questo riguarda non solo l'abuso di ufficio ma anche il traffico di influenze, i cui termini sono stati ricondotti nelle salde mani dei principi costituzionali di tassatività delle previsioni". E le successive pronunce della Cassazione hanno "fugato ogni rischio di applicazioni incaute" delle norme che puniscono questi reati. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo davanti alla Commissione Giustizia della Camera, che lo ha ascoltato sulla riforma dell'abuso d'ufficio. "L' 85% delle denunce viene archiviato" dai pm . E anche i giudici non hanno affatto la manica larga. " Le condanne nel 2021 sono solo 18. Anche le denunce sono significativamente diminuite tra il 2020 e il 2021" ha aggiunto il procuratore, facendo notare che gli amministratori che lamentano "la paura della firma" sono quelli che governano . "Quelli che invece passano all'opposizione sono spesso i promotori delle denunce che sollecitano l'intervento del giudice".