07 luglio 2024, ore 19:30
Il giovane della provincia di Venezia ritrovato senza vita sul greto del fiume Piave, il 2 luglio, sarebbe stato percosso con un bastone o una pietra di fiume, lo rivela l'autopsia
Numerose costole rotte: il corpo di Alex Marangon è stato colpito più volte, secondo quanto riportano alcuni media, in un minuto di brutale pestaggio. Sarebbe questo un dettaglio emerso dall'autopsia effettuata sul corpo del 25enne di Marcon, in provincia di Venezia la cui morte è al centro di un'indagine per omicidio volontario coordinata dalla Procura di Treviso. Tanti i misteri che circondano questa vicenda: Alex, scomparso nella notte tra il 29 e il 30 giugno, avrebbe partecipato, insieme a una ventina di persone, a un rituale new age celebrato nell' abbazia di Santa Bona, a Vidor, in provincia di Treviso, un evento in cui avrebbe assunto anche un allucinogeno, l'ayahuasca.
Alex forse vittima di un pestaggio
Le fratture sono soprattutto sul lato sinistro del corpo e sono compatibili con dei colpi di bastone o di una pietra di fiume. Al momento però la possibile arma del delitto non è ancora stata ritrovata. In questi giorni dopo un'iniziale preponderanza della tesi dello scivolamento nel Piave, come causa della morte, lo scenario investigativo è cambiato. Alex sarebbe stato ucciso. Dal decesso dovuto all'assunzione di un decotto di ayahuasca che ne avrebbe alterato i sensi, alla morte provocata da animali selvatici dopo aver vagato per la foresta, dalla caduta accidentale nel fiume fino ad una presunta volontà di farla finita per sempre. Come ipotizzato dunque fin da subito dalla famiglia e dai legali che l'assistono, gli investigatori hanno confermato che si è trattato di un decesso di natura "non accidentale" e pertanto gli inquirenti stanno ora indagando per omicidio volontario e non per morte come conseguenza di altro reato. Cercando soprattutto di ricostruire un buco di circa tre ore in cui non è ancora chiaro cosa sarebbe avvenuto. Il corpo di Marangon era stato ritrovato sul greto del Piave, quattro chilometri dal punto in cui era stato visto vivo due giorni prima, ovvero la boscaglia che circonda l'abbazia sconsacrata di Vidor dov'era andato per seguire una sorta di rito sciamanico.
Indagini a tutto campo
Gli investigatori sentiranno nuovamente nei prossimi giorni altre persone che erano presenti al raduno, una ventina in tutto, mentre è in programma a metà settimana un altro più approfondito sopralluogo a Vidor e sul greto del fiume Piave a Ciano. Alex Marangon aveva già partecipato a due incontri del rituale al centro dell'indagine sulla sua morte ma era preoccupato in vista del terzo, quello dopo il quale è stato trovato morto. E' quanto avrebbe confidato ad un suo amico, secondo quanto emerge da ambienti ambienti vicini alla famiglia. Marangon avrebbe manifestato "timori e preoccupazioni" in vista dell'appuntamento.