La morte di Desiree Mariottini, la procura di Roma ha chiesto quattro ergastoli per gli accusati del delitto
La morte di Desiree Mariottini, la procura di Roma ha chiesto quattro ergastoli per gli accusati del delitto
14 dicembre 2020, ore 21:59 , agg. alle 11:21
Quatto africani gli avevano ceduto droga, poi avevano profittato di lei in un palazzo abbandonato di Roma, a San Lorenzo, la ragazza 16enne, al momento della violenza era vergine
Una perizia dimostrò che al momento della violenza Desiree era ancora vergine
Desirée Mariottini era vergine quando è stata violentata, la conferma è arrivata nello scorso gennaio dagli esperti incaricati dell’autopsia l'autopsia sul corpo della ragazzina sedicenne trovata morta a San Lorenzo. Anche secondo le testimonianze di persone che si dichiaravano sue amiche, e che la lasciarono completamente sola, ci furono momenti di vera e propria furia omicida. Nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018, la ragazza è distesa su un materasso nel palazzo abbandonato. Ha assunto molta droga, sta male e avrebbe bisogno di un medico. È stata appena violentata da quattro uomini adulti, che hanno anche approfittato della sua incoscienza. Nessuno la soccorse, si interessò di lei, nessuno chiamò l'ambulanza che le avrebbe potuto salvare la vita. La mattina del 19 ottobre, il corpo senza più vita di Desirée Mariottini viene rinvenuto nello stabile abbandonato di via dei Lucani. È morta, venne anche stabilito, a causa di un'insufficienza cardiorespiratoria causata da un mix di droghe.
Il degrado urbano, l’immigrazione fecero da contorno alla vicenda
Si è a lungo dibattuto, con forti polemiche. E fu varato anche un progetto di recupero per quelle zone. Non completato. I quattro arrestati, tutti di origine africana, vendevano droga, vivevano anche di altri piccoli espedienti. Desirée Mariottini abitava a Cisterna di Latina con la famiglia e aveva problemi di tossicodipendenza. Da qualche tempo faceva uso di sostanze e se le andava a procurare a Roma. Desirée era entrata insieme con Antonella Fauntleroy, una ragazza conosciuta qualche settimana prima che, secondo i pm, le avrebbe venduto diverse volte la droga pur sapendo che era minorenne. Anche lei finì in carcere, con Marco Mancini, anche lui accusato di aver ceduto droga alla ragazza, e Alexander Asumado che avrebbe venduto stupefacenti ad altre persone presenti nello stabile. Con loro i quattro accusati Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, a vario titolo di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. Per Gara chiesta l’assoluzione solo dalle accuse di cessione di stupefacenti e induzione alla prostituzione.