La morte di Maradona, sette accuse per omicidio volontario, tra cui il neurochirurgo che lo aveva operato
La morte di Maradona, sette accuse per omicidio volontario, tra cui il neurochirurgo che lo aveva operato
21 maggio 2021, ore 09:00 , agg. alle 09:46
Il rischio è il carcere, con pene dagli otto ai venticinque anni di carcere, la notizia diffusa dal quotidiano “La Nacion”, rilanciata in tutto il mondo. interrogatori dal 31 maggio
Dal 31 maggio le deposizioni
I sette sfileranno davanti ai magistrati molto presto. Leopoldo Luque, il chirurgo che lo operò per un ematoma al cervello, e che poi era a capo della squadra che ne seguiva l’iter sanitario, appare sconvolto: "Non ho rubato nulla a Diego, tanto meno l'ho usato. E ora mi preoccupo per la mia famiglia, i miei amici e i miei pazienti. Spero che almeno i magistrati mi restituiscano il telefonino". Di fronte ad una folta pattuglia di giornalisti Leopoldo Luque, ha, tra l’altro, detto da queste parole , con le lacrime agli occhi. Sono nei guai anche gli infermieri Ricardo Omar Almiron e Dahiana Gisela Madrid, il loro coordinatore Mariano Perroni, il medico che ha stabilito il ricovero domiciliare Nancy Forlini, lo psicologo Carlos Diaz e la psichiatra Agustina Cosachov.
Accertate negligenze che vanno spiegate
Per i magistrati inquirenti sono chiare una serie errori, di negligenze, che sono costate la vita a Maradona. Il “pibe de oro “ non è stato seguito come invece avrebbero suggerito le sue condizioni tutt'altro che buone. Infatti nel rapporto, letto da 'La Nacion' emerge che le cure prestate negli ultimi giorni di vita del campione argentino, sono state "inadeguate, carenti e spericolate" e "hanno affidato al caso la salute del paziente". Per questo gli accusati rischiano pene che vanno dagli 8 ai 25 anni di carcere. In più Luque è indagato anche di "uso di documento privato falso", perché , sempre secondo l'accusa, il medico avrebbe falsificato la firma di Maradona per chiedere una copia della 'storia clinica' del paziente alla struttura dov'era stato operato per un ematoma al cervello. Le fonti giudiziarie fanno sapere che c'è un ulteriore accusa a carico pure per la psichiatra Cosachov, per falso ideologico. Avrebbe sottoscritto un certificato in cui si leggeva che il suo paziente, Maradona, era in stato "vigile, e ben orientato e con la giusta percezione di tempo e spazio". Ma in realtà non era così, e di questo la dottoressa dovrà risponderne.