23 giugno 2021, ore 19:45 , agg. alle 09:13
Gli esperti si attendono informazioni sulle tecniche di mummificazione usate, ma anche sulle malattie di quell'epoca, ne potrebbero venire indicazioni per la cura di malattie attuali
La collaborazione tra Italia ed Egitto è più facile, più proficua, sul passato, nel presente le vicende Regeni e Zaki lo insegnano. C’è un progetto ambizioso che coinvolge Bergamo, il Museo Civico Archeologico di Bergamo, una equipe dell’Ospedale Policlinico di Milano e una mummia, che proviene da un sarcofago risalente agli anni tra il 900 e l’800 a.C.
Ankekhonso, l’antico sacerdote cui gli scienziati chiedono informazioni
Era progettato da tempo, il viaggio da Bergamo a Milano, per la mummia a cui la Tac chiede di sapere molte cose. La tomografia è stata effettuata lunedì. L’antico Egitto ha incontrato la moderna tecnologia medica quando una mummia è stata sottoposta a una TAC in un ospedale italiano come parte di un progetto di ricerca per svelarne i segreti. L’esperimento si è avviato con l’esame svolto dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto da Gianpaolo Carrafiello e da quello del Mummy Project diretto da Sabina Malgora, alla presenza anche della direttrice dell’Archeologico di Bergamo, Stefania Casini. La mummia di Ankekhonso, antico sacerdote egizio, potrà dare importanti notizie sulla sua vita, sulle sue malattie, sulle cause del decesso e sui costumi funerari usati quasi 3000 anni fa, sulle tecniche usate per la mummificazione.
Le mummie come museo biologico
“Le mummie sono praticamente un museo biologico, sono come una capsula del tempo”, ha affermato Sabina Malgora, direttrice del Mummy Research Project. Malgora ha detto che le informazioni sul nome della mummia provengono da un sarcofago datato tra il 900 e l’800 a.C., dove Ankekhonso – che significa “Dio Khonsu è vivo” – è stato scritto cinque volte. I ricercatori credono di poter ricostruire vita e morte di questo sacerdote egiziano e comprendere i tipi di prodotti usati per imbalsamare il corpo. “Studiare malattie e ferite antiche è importante per la moderna ricerca medica… Possiamo studiare il cancro o l’aterosclerosi in passato e questo può essere utile per la ricerca moderna”, ha affermato.
Questa volta nessuna maledizione, ma nella vicenda c’è stata prudenza, ed un pizzico di superstizione
Quando nel gennaio 2005 si volle sottoporre a una tecnica di indagine radiologica la mummia di Tutankhamon, la Tac rimase bloccata per più di due ore. Una conferma della «maledizione» del celebre faraone vissuto più di 3.000 anni fa (1347-1339 a. C.). Questa volta, pare, tutto è andato liscio. Ora ci vorrà tempo per avere informazioni sull’esito degli esami.