La Norvegia (ma non solo) corteggia gli infermieri italiani. Addirittura anche i migliori studenti non ancora laureati
20 novembre 2023, ore 16:00
Sul piatto della bilancia, la terra dei Fiordi, mette più di una buona ragione per farla pendere dalla sua parte. Stipendio, alloggio e bollette (almeno per i primi tempi) e perfino la lingua non è un ostacolo pur di attirare i nostri infermieri
Il servizio sanitario pubblico norvegese offre in questo momento dai 2800 ai 3500 euro netti al mese: certo, il costo della vita è elevato in città come Oslo e Bergen, ma in alcuni casi ci sono addirittura affitto e bollette pagate, quasi sempre almeno nei primi mesi. I contratti sono tutti a tempo indeterminato e addirittura non c'è più l'obbligo di conoscere le complesse basi del norvegese, non subito almeno. Gli infermieri italiani fanno gola alla Norvegia, a tal punto, che si dice pronta ad accettare anche gli studenti del terzo anno in infermieristica. A parlarne è Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up che sottolinea come le proposte di lavoro, negli ultimi tempi, si siano fatte “decisamente più aggressive e soprattutto davvero difficili da rifiutare per un nostro giovane laureato in infermieristica”. De Palma si chiede alla fine in modo niente affatto retorico “Ma se i nostri studenti giovani laureati andranno a lavorare in Norvegia, chi resterà a prestare servizio per i cittadini italiani?”.
LE CONDIZIONI D’ORO NORVEGESI
"Lo stipendio base - precisa De Palma – non include premialità e bonus, si lavora mediamente 37,5 ore settimanali, viene pagato il volo dall'Italia per raggiungere città come Oslo, Bergen e Trondheim, ma c'è una novità incredibile che apprendiamo nei contenuti di tutti gli annunci, e ce ne sono a decine, negli ultimi giorni, dalla Norvegia. Nelle selezioni sono addirittura inclusi giovani al terzo anno di infermieristica. Naturalmente stiamo cercando di approfondire la questione, ma non escludiamo il fatto che Paesi come la Norvegia potrebbero presto arrivare 'a opzionare' i nostri migliori studenti, seguirli fino al completamento degli studi, pur di averli in servizio li da loro".
LA FUGA DALL’ITALIA DEI PROFESSIONISTI
Negli ultimi tre anni, conclude De Palma, ben 7mila infermieri italiani hanno lasciato il nostro Paese. Paradossalmente, i nostri professionisti tra pochi giorni, il 5 dicembre prossimo, stanchi e logorati come non mai, incroceranno le braccia in uno sciopero che unisce la nostra protesta a quella di alcuni sindacati dei medici. Tutto questo mentre l'Europa "pesca a piene mani addirittura aprendo le selezioni ai nostri migliori studenti non ancora laureati". Secondo la Federazione Nazionale degli infermieri, se non verrà corretta la norma in manovra che prevede tagli alle pensioni di medici e infermieri, l'Italia rischia di perdere circa 13mila infermieri. Già lo scorso venerdì allo sciopero indetto da Nursind, primo sindacato autonomo degli infermieri, ha aderito circa il 75% del personale interessato con alcuni messaggi indirizzati alle istituzioni: stipendi adeguati agli standard europei e condizioni di lavoro più umane. Con un no ai gettonisti e il sì alla sanità pubblica, pretendendo di essere trattati da "professionisti, non eroi".