11 novembre 2021, ore 14:30
Distrae i maschi, ha detto la docente. La protesta scoppiata in un liceo artistico è stata appoggiata anche dai compagni delle ragazze
Cambiano i tempi, anche a scuola. E sono i professori a doversi adattare alle nuove regole dettate dai ragazzi, anche in tema di vestiario. Un caso è esploso sui social. Riguarda la modalità con cui le studentesse si devono presentare in palestra, per le ore di educazione motoria. Cosa è giusto indossare? Qua è il limite della decenza? L’insegnamento coinvolge anche il corpo, fino al punto di “stigmatizzare” outfit troppo aderenti? E così torna alla ribalta la “vecchia” questione dell’effetto che il corpo della donna, troppo scoperto, può suscitare sui “maschioni”, che potrebbero fraintendere una disponibilità inesistente.
La prof vieta il top durante l’attività fisica
Una professoressa di educazione fisica del liceo artistico statale Marco Polo di Venezia, ha vietato l'utilizzo del top alle ragazze durante le ore di educazione motoria, perché a suo avviso le giovani dovrebbero nascondere le proprie forme, per non distrarre i compagni maschi. Immediata la protesta di alcune studentesse, che sfidando la docente, si sono presentate nuovamente a scuola, indossando “il top dei desideri”. Poi, sfidando il freddo, hanno srotolato su un ponte uno striscione con scritto: "Cambiate mentalità, non i vestiti".
I maschi sostengono la protesta delle ragazze
Non solo le ragazze hanno reagito all’imposizione della professoressa. Altri studenti, anche maschi, hanno appoggiato la protesta, esponendo alcuni cartelli, contro le presunte costrizioni nel vestiario. La prof non ha cambiato idea, minacciando di mettere una nota in caso di nuove presenze, nelle ore di attività motoria, all’insegna del “corpo scoperto” da parte della studentesse. La docente ha ribadito che i top sportivi sono inadatti a un contesto scolastico.
Sì al top sportivo, prosegue la battaglia a scuola
Al liceo artistico Marco Polo di Venezia si è svolta un'assemblea degli studenti per studiare altre forme di protesta. Ecco cosa è emerso. "Viviamo in una città e in una società dove siamo abituate ad avere paura, quando giriamo per strada la sera, quando siamo in un locale e sappiamo che qualcuno solo per come siamo vestite potrebbe pretendere di avere un rapporto con noi, di poterci fischiare o molestare. Con l'iniziativa di oggi abbiamo voluto ribadire che non siamo più disposte ad avere paura, vogliamo rendere sicuro ogni spazio che attraversiamo, a partire dalla scuola per arrivare alle strade e agli spazi della nostra citta'". La storia probabilmente non finirà qui.
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