"La Siria è libera, il tiranno Bashar al Assad è fuggito": così i ribelli hanno annunciato la caduta del governo
08 dicembre 2024, ore 07:44
Gli oppositori islamici hanno conquistato la città di Damasco. Migliaia di persone hanno festeggiato, in strada, la fine di un'era con al potere il partito Baath
Le forze ribelli, a guida islamica, hanno annunciato, nella notte, la conquista di Damasco e la fuga del tiranno, Bashar al-Assad, il presidente della Siria da un quarto di secolo al potere, dopo averlo ereditato dal padre, Hafez, a sua volta per 30 anni ai vertici del regime. I residenti della capitale sono scesi in strada per festeggiare la caduta del regime, dopo 50 anni di governo del partito Baath, mentre i gruppi ribelli annunciavano l'inizio di una nuova era in Siria.
L'inizio di una nuova era
Da Washington la Casa Bianca ha reso noto che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta monitorando, da vicino, gli eventi straordinari in Siria ed è in costante contatto con i partner regionali. Intanto, dopo il loro ingresso a Damasco, le forze di opposizione si sono dirette nel centro della città ed hanno preso il controllo dell'emittente radiotelevisiva pubblica. I ribelli, inoltre, hanno liberato il carcere militare di Sednaya, noto come il mattatoio umano, dove le porte sono state aperte per migliaia di detenuti che sono stati imprigionati dall'apparato di sicurezza durante tutto il governo del regime.
Governo e opposizione insieme
Il primo ministro siriano, Mohammed Ghazi Jalali, si è detto pronto a tendere la mano all'opposizione e a collaborare con la leadership che verrà scelta dal popolo, mentre il capo del gruppo ribelle, Hayat Tahrir al-Sham, ha ordinato alle proprie forze di non avvicinarsi alle istituzioni pubbliche di Damasco, che rimarranno sotto la supervisione dell'ex primo ministro, fino a quando non saranno ufficialmente consegnate. Allo stesso tempo, l'esercito siriano e le forze di sicurezza del Paese hanno abbandonato l'aeroporto della capitale. A Doha, in Qatar, intanto, si è svolta l'attesa riunione cui hanno partecipato i ministri degli esteri di Russia, Iran e Turchia. Nelle stesse ore, ma prima che il presidente eletto americano, Donald Trump, affermasse che non è interesse di Washington farsi coinvolgere nel conflitto siriano, si è riunito nella capitale sul Golfo il quartetto di Paesi occidentali molto vicini a Israele: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania. Secondo fonti presenti alla riunione, come riferisce l'agenzia Ansa, a cui hanno partecipato rappresentanti dell'Ue e l'inviato speciale Onu per la Siria, Geir Pedersen, dall'incontro è emersa la volontà occidentale di avviare, a Ginevra, in Svizzera, la settimana prossima, un processo di transizione politica post-Assad che eviti nuovi spargimenti di sangue e allontani lo spettro del collasso dello Stato siriano.