La Tragedia di Rigopiano, al processo chiesti 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, fallì il sistema di protezione civile

La Tragedia di Rigopiano, al processo chiesti 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, fallì il sistema di protezione civile

La Tragedia di Rigopiano, al processo chiesti 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, fallì il sistema di protezione civile   Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


24 novembre 2022, ore 17:00

Per il Pm la tragedia è frutto di malgoverno e clientelismo. Il 18 gennaio 2017, una valanga travolse il resort di Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, provocando la morte di 29 persone

Arrivano le richieste dell’accusa per i presunti responsabili della tragedia che colpì il resort di Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, il 18 gennaio 2017. Una valanga colpì l’hotel provocando la morte di 29 persone. Oggi i procuratori di Pescara Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni hanno chiesto la condanna per l'ex Prefetto di Pescara a 12 anni di carcere, mentre per l'ex presidente della Provincia Antonio Di Marco sono stati chiesti 6 anni. 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Inoltre sono state chieste condanne a 11 e 4 mesi per il tecnico comunale Enrico Colangeli, a 10 anni per i dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco, e Mauro Di Blasio, 9 anni per i dirigenti della Prefettura Ida De Cesaris e 8 anni per Leonardo Bianco. Gli imputati sono accusati di omicidio, disastro colposo e lesioni. Tra le richieste dei Procuratori pescaresi anche 12 anni di carcere per l'ex Prefetto Francesco Provolo, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni. Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli. Richiesta di condanna a 10 anni per i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Maurio Di Blasio, mentre per l'ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è stata di 6 anni. Cinque anni di carcere è stata chiesta per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico la procura chiede 6 anni, per Bruno Di Tommaso gestore dell'hotel 7 anni e 8 mesi. Pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia, 4 anni anche per i dirigenti provinciali Giulio Honorati, 3 per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, poi un anno per il tecnico Giuseppe Gatto. Sul fronte del depistaggio in Prefettura 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo, 2 anni per Giancarlo Verzella. E’ stata chiesta l'assoluzione per Antonio Sorgi (prescrizione) e i funzionari della Prefettura Salvatore Angieri e Sergio Mazzia. Infine per la Gran Sasso Resort la richiesta è di 200 mila euro, mentre è da ritenersi prescritto il reato, secondo la procura di Pescara, quindi da assolvere l'imprenditore Paolo Del Rosso.


Il Pm

Durante la sua requisitoria in aula il procuratore Bellelli si è soffermato sulla vicenda del presunto depistaggio nelle indagini sottolineando che: “Parliamo di depistaggio ma non ci sono grandi misteri oggi da svelare. C'era l'inefficienza grave della Prefettura, non ci sono grandi depistaggi italiani: non c'è un anarchico che cade dal balcone della Questura, non ci sono tracce scomparse dal cielo di Ustica, non c'è una agenda rossa trafugata. Parliamo di un prefetto di provincia che lascia cadere nel vuoto una richiesta di aiuto". Per il presunto depistaggio sono imputati tra gli altri l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo. Al processo di Pescara domani sarà la volta delle parti civili. Oggi nell'aula 1 di Palazzo di Giustizia erano presenti i i parenti delle 29 vittime sella tragedia accaduta il 18 gennaio del 2017.


La Tragedia di Rigopiano

Il 18 gennaio 2017 una valanga staccatasi dalle pendici del massiccio orientale del Gran Sasso tra il Vado di Siella e il Monte Siella finì in un canalone sino a raggiungere l'albergo Rigopiano, che era stato costruito a valle, nel comune di Farindola, in Abruzzo. La valanga travolse la struttura alberghiera provocandone lo spostamento di circa dieci metri verso valle rispetto alla posizione originaria e sfondando le pareti. Al momento della tragedia 40 persone si trovavano nell’area del resort, 28 erano ospiti, tra cui 4 bambini, e 12 membri del personale. Per diverse ore rimasero bloccate nella zona a causa della forte nevicata e a nulla valsero i ripetuti allarmi lanciati dai cellulari, soprattutto quello di Giampiero Parete al proprio datore di lavoro, Quintino Marcella nel quale disse che era caduto l’albergo. Per l’incredulità iniziale dei responsabili dei soccorsi in zona, questi partirono con diverse ore di ritardo, anche a causa della difficoltà a raggiungere la zona del disastro.


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