Laura Morante, In Assolo c'è la solitudine delle donne

Laura Morante: "In Assolo c'è la solitudine delle donne"

Laura Morante: "In Assolo c'è la solitudine delle donne"


04 gennaio 2016, ore 06:00
agg. 07 gennaio 2016, ore 10:17

L'attrice per la seconda volta regista di una commedia ironica

Laura Morante diventa regista per la seconda volta (dopo "Ciliegine" del 2012) per il nuovo film "Assolo", che arriva al cinema il 5 gennaio. "Assolo vuole raccontare la solitudine di una donna profondamente insicura - spiega la Morante - che ha passato la temuta boa dei cinquant'anni. Il tema è serio. Per questo vale la pena di scherzarci su". Nel cast, oltre alla Morante, Piera Degli Esposti, Carolina Crescentini, Gigio Alberti e Francesco Pannofino.
A più di cinquant’anni, Flavia (Laura Morante) affronta per la prima volta la vita da single, dopo due matrimoni dai quali ha avuto due figli, e un’ultima burrascosa relazione con un uomo irrimediabilmente sposato. L’impresa, non facile per qualunque donna, si rivela particolarmente ardua per lei, afflitta da un’insicurezza patologica, che l’ha resa dipendente da tutti: dagli ex mariti, dai figli, da amiche più o meno dispotiche, e dalle due mogli degli ex mariti, insuperabili modelli femminili, che Flavia si sforza di emulare. Il suo accidentato percorso verso l’autonomia e il recupero della propria autostima, sotto la guida della sua psicanalista, passa per gli innumerevoli tentativi di ottenere la patente e i goffi approcci alla pratica dell’autoerotismo. Al contempo, Flavia cerca conforto al vuoto sentimentale nel quale si dibatte, attraverso il rapporto con la cagnetta dei vicini e accettando con riluttanza le rozze avances di un impresentabile collega di lavoro.

"Con Assolo tento di ricambiare da regista, almeno parzialmente, - spiega la Morante- il dono che ho ricevuto come spettatrice da tante commedie di ieri e di oggi: l'emozione alleggerita dal sorriso, ridimensionata da un contesto che, anziché amplificarla, se ne fa teneramente gioco. Come spettatrice, la commedia cosiddetta leggera non mi ha mai completamente appagata. Rido con piacere quando la posta in gioco è più importante, mi piace ridere su temi dolorosi e gravi, mi piace l'arte del funambolo, che cammina temerariamente su un filo sospeso al di sopra di un abisso, più o meno terrificante".

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