Lavorare nella cultura piace tanto che lo si fa quasi gratis, la paga oraria può essere più bassa di 8 euro
Lavorare nella cultura piace tanto che lo si fa quasi gratis, la paga oraria può essere più bassa di 8 euro Photo Credit: agenziafotogramma.it
18 gennaio 2023, ore 16:30
Un'indagine svolta tra i lavoratori nel settore rivela che i dipendenti guadagnano spesso meno di otto euro, mentre chi ha un impiego saltuario o è autonomo, spesso si accontenta del 40% in meno
La cultura che nutre la mente e poco il corpo
Sembrerebbero avvalorare quel vecchio motto della goliardia universitaria, i risultati di un'indagine realizzata su oltre 2500 lavoratori del settore della cultura. In un latino maccheronico, un ironico e distaccato studente immaginario si domandava:"Studere, studere, post mortem quid valere? Et ante mortem, quid manducare?". In effetti, uscendo dalla facezia, il settore della cultura non è sicuramente quello più redditizio. Che sia un dipendente o un autonomo, la gran parte dei lavoratori guadagna spesso meno di 8 euro l'ora. Tra i lavoratori dipendenti del settore la quota di chi guadagna meno di 8 euro netti all'ora è addirittura del 70% (68,93%) mentre tra i free lance, e in genere tra gli autonomi, la percentuale di quanti guadagnano questa cifra scende al 40,2%. E se si guarda nel dettaglio c'è anche una quota di lavoratori del 5,7% che guadagna meno di 4 euro e chi (il 13,7%) si vede riconosciuta una paga oraria netta tra il 4 e i 6 euro. Il dato emerge da un'indagine sul lavoro nel settore culturale, dal titolo "Lavorare nel settore culturale oggi: contratti, condizioni e prospettive". condotta dall'associazione Mi Riconosci che ha intervistato un campione di 2526 persone.
Effetto-pandemia nel settore
L'associazione già nel 2019 ha lanciato un questionario dal titolo "Cultura, contratti e condizioni di lavoro". I risultati di quel questionario, per un complessivo di 1546 risposte, sono diventati la base per la più importante inchiesta sul lavoro nel settore dei Beni Culturali disponibile in Italia. Dal 6 novembre 2022 al 9 gennaio 2023 l'associazione ha condotto quindi una nuova inchiesta, con l'obiettivo di ottenere dati più abbondanti e più dettagliati di quelli di tre anni fa, e di comprendere cosa sia successo nel frattempo, dopo tre anni, e una pandemia che ha scompaginato le carte e i già molto precari equilibri del settore. La raccolta dei dati è stata condotta attraverso un questionario rivolto a tutte le persone (anche in formazione) che sono, o sono state, impiegate a vario titolo nel settore dei beni culturali e dello spettacolo in Italia. Al questionario hanno infatti potuto rispondere anche disoccupati o impiegati in altro settore da non piu' di un anno, facendo riferimento all'ultima esperienza lavorativa