01 marzo 2023, ore 11:30
In dieci anni, nel periodo 2012-2022, gli occupati 15-34enni sono diminuiti del 7,6% e quelli con 35-49 anni del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e quelli con 65 anni e oltre del 68,9%. E' quanto emerge dal sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale
I lavoratori giovani, in Italia, sono sempre meno. In dieci anni, nel periodo 2012-2022, gli occupati 15-34enni sono diminuiti del 7,6% e quelli con 35-49 anni del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e quelli con 65 anni e oltre del 68,9%. I lavoratori invecchiano e in futuro ce ne saranno sempre meno, dicono i numeri, che arrivano a stimare che nel 2040 le forze di lavoro nel complesso saranno diminuite dell'1,6%, come esito della radicale transizione demografica che il Paese sta vivendo. E' quanto emerge dal sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale.
Ogni giorno in media 8.500 italiani si sono dimessi dal lavoro
Guardando ai primi nove mesi del 2022, ogni giorno in media 8.500 italiani si sono dimessi dal lavoro: il 30,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia. Nello stesso periodo, ogni giorno in media 49.500 italiani hanno iniziato un nuovo lavoro: il 6,2% in più rispetto al 2019. Sono numeri che fotografano un mercato del lavoro molto dinamico, in cui la ricerca di una occupazione migliore (che per i giovani significa meno precaria) è la bussola che orienta le decisioni e i comportamenti. Secondo quanto emerge dal rapporto, la fascia della precarietà è ancora ampia: complessivamente, il 21,3% dei lavoratori italiani è occupato con forme contrattuali non standard (tempo determinato, part-time, collaborazioni). Oggi gli strumenti di welfare aziendale sono conosciuti dal 64,9% dei lavoratori (ma solo il 19,8% sa con precisione di cosa si tratta). In merito alle tipologie di servizi e prestazioni maggiormente richieste, il 79,4% dei lavoratori desidera un supporto personalizzato, tagliato su misura rispetto alle proprie esigenze, il 79,2% chiede maggiori opportunità di conciliazione tra vita familiare e lavoro, il 79,1% integrazioni del reddito, il 78,0% un aiuto per risolvere i problemi burocratici nel rapporto con le amministrazioni pubbliche, il 68,1% una consulenza psicologica per affrontare le difficoltà quotidiane.
Il 46,7% degli occupati italiani lascerebbe l'attuale lavoro
A cambiare lavoro, neanche a dirlo, è solamente chi può. Se potesse, il 46,7% degli occupati italiani lascerebbe l'attuale occupazione. Lo farebbe il 50,4% dei giovani e il 45,8% degli adulti, il 58,6% degli operai, il 41,6% degli impiegati e solo il 26,9% dei dirigenti. Anche perché il 64,4% degli occupati dichiara di lavorare solo per ricavare i soldi necessari per vivere e fare le cose che piacciono, senza altre motivazioni esistenziali. Questo vale in particolare per il 69,7% dei giovani e per il 75,6% degli operai.