Le drammatiche testimonianze dall’Afghanistan. Donne picchiate e giovani frustati. I talebani, se gli Usa resteranno oltre il 31 agosto, reagiremo
23 agosto 2021, ore 19:00
Alcuni giovani afghani hanno denunciato di essere stati frustati dai talebani perché indossavano i jeans. Alcune collaboratrici della Onlus Pangea hanno inviato le foto dei lividi provocati lora dai miliziani. Ancora tensione all’aeroporto di Kabul, 1 morto e 3 feriti in uno scontro armato. Talebani sul piede di guerra “Se gli Usa resteranno oltre il 31 agosto, reagiremo”. Domani la riunione del G7
Non ci sarà alcun governo in Afghanistan finché ci saranno soldati americani nel Paese. E’ quanto affermano fonti dei talebani. Suhail Shaheen, uno dei portavoce del nuovo regime e membro del team di negoziazione ha commentato con parole di fuoco l’ipotesi del presidente Joe Biden di posticipare il ritiro delle truppe Usa oltre il 31 agosto “Se gli Stati Uniti cercheranno di guadagnare tempo per continuare le evacuazioni dall'Afghanistan ci saranno delle conseguenze”, ha detto Shaheen. Il tema sarà con tutta probabilità, domani, sul tavolo del vertice del G7. Il premier britannico Boris Johnson, secondo quanto si è appreso, chiederà al presidente Usa un allungamento della missione e di trattare con i talebani per ottenerlo. Kabul si è svegliata con la notizia di un altro morto e tre feriti, per uno scontro armato, all’Aeroporto di Kabul, dove prosegue l’evacuazione dei civili occidentali e afghani. Intanto arrivano dai social racconti di pestaggi violenti, che raccontano come i talebani di oggi non siano poi così diversi da quelli di 20 anni fa.
LA DENUNCIA DEI GIOVANI A KABUL, FRUSTATI PER I JEANS PANGEA, ALCUNE NOSTRE ATTIVISTE PICCHIATE DAI TALEBANI
Alcuni giovani afghani hanno denunciato di essere stati frustati dai talebani perché indossavano i jeans. In un post su Facebook, un ragazzo afghano ha raccontato che stava camminando con i suoi amici a Kabul quando sono stati fermati da alcuni talebani che li hanno accusati di "non rispettare l'Islam". Due sono riusciti a scappare ma gli altri sono stati picchiati, frustati sul collo e minacciati con una pistola. La onlus milanese Pangea ha diffuso intanto le immagini dell'arrivo all'alba in Italia delle attiviste e delle loro famiglie a Kabul e denuncia violenze da parte dei talebani “Vedere le foto con i loro lividi è stato straziante. I bambini hanno assistito a scene di violenza inaudita e sono molto spaventati”.
PANGEA, LO STRATAGEMMA PER RICONOSCERE ATTIVISTE
Una P disegnata sul palmo della mano: è stato questo lo stratagemma utilizzato dalle attiviste afghane di Pangea per farsi riconoscere dai militari italiani che poi le hanno accompagnate all'aeroporto di Kabul per lasciare il Paese alla volta di Roma. A raccontare il dettaglio dell'operazione è stato il presidente della stessa Onlus, Luca Lo Presti, in diretta su SkyTg24. "Siamo felici di aver messo in sicurezza le ragazze, che veramente rischiavano la vita. Abbiamo salvato anche i loro parenti, contro i quali c'erano state delle rappresaglie. Qualcuna è già arrivata in Italia, altre partiranno questa sera, ce ne sono ancora tante da portare via" ha spiegato Lo Presti.
IMPIEGATE PALAZZO PRESIDENZIALE KABUL, CACCIATE DAI TALEBANI
Due impiegate al palazzo presidenziale di Kabul sono state cacciate dai talebani all'ingresso. Lo denunciano le donne in un video rilanciato su Twitter dalla giornalista iraniana Masih Alinejad. "I talebani avevano detto che potevamo andare in ufficio e così abbiamo fatto” racconta una delle due giovani nel video messaggio. “Ma quando siamo arrivate ci hanno detto che non eravamo autorizzate ad entrare fino a quando non sarà nominato un nuovo imam e altre scuse così", raccontano le impiegate nel breve filmato. "Abbiamo anche ripreso quel momento ma ci hanno costretto a cancellare il video", proseguono. "Non ci guardavano neanche in faccia mentre ci parlavano, anche se indossavamo l'hijab". "Non c'è differenza tra i talebani di oggi e quelli di 20 anni fa", sottolineano. "Le porte del palazzo presidenziale sono chiuse alle donne. Non ci fanno andare a lavorare". Il messaggio si chiude con parole lontanissime dalla rassegnazione "Il mondo deve sapere - concludono - che se anche i talebani sono gli stessi, le donne in Afghanistan sono cambiate. Chiediamo a tutte le afghane di scendere per le strade, andare a lavorare. Questo non è il momento di restare in silenzio".
LA DEADLINE DEL 31/8, I TALEBANI CONTRO
“Se gli Stati Uniti cercheranno di guadagnare tempo per continuare le evacuazioni dall’Afghanistan ci saranno conseguenze” ha detto Suhail Shaheen, uno dei portavoce dei talebani e membro del team di negoziazione del gruppo, in replica alle parole del presidente Usa Joe Biden sull’ipotesi di posticipare il ritiro delle truppe. Domani si terrà la riunione straordinaria del G7, anche Londra e Parigi ritengono sia necessario scavalcare la deadline di fine mese. Il portavoce del Pentagono John Kirby non ha precisato il numero di americani che restano da evacuare a Kabul: "Sono diverse migliaia, ma il numero è fluido", ha detto in un briefing. Quanto alla "linea rossa" fissata dai talebani per la fine delle operazioni di evacuazione dall'aeroporto di Kabul e il ritiro definitivo delle truppe Usa, Kirby ha aggiunto “Gli Stati Uniti sono ben consapevoli del dichiarato desiderio dei talebani di vedere la missione completata per il 31 agosto e anche noi vogliamo completare la missione per il 31 agosto".