Le lacrime di Joe Biden durante la Convention democratica a Chicago
Le lacrime di Joe Biden durante la Convention democratica a Chicago Photo Credit: Agenzia Fotogramma.it
20 agosto 2024, ore 11:40 , agg. alle 11:55
Il presidente in carica mostra la sua anima al popolo democratico che lo acclama come non aveva fatto neanche quando fu nominato
Le immagini di Chicago sono emozionanti. Una folla sterminata all’occhio della telecamera solleva cartelli con la scritta we love Joe, dove love è sostituito da un cuore rosso su fondo blu. È arrivato il momento del passaggio del testimone. Joe Biden vive probabilmente uno dei momenti più intensi della sua corriera politica, i riflettori si accendono: è il momento di andare in scena. Sono le 10:30 sulla costa ovest americana. Ashley Biden è sul palco e presenta il 46º presidente degli Stati Uniti d’America, suo padre, Joe Biden. Entra sicuro, saluta il suo pubblico, abbraccia Ashley, ha un momento di commozione. Per quattro minuti e mezzo si gode l’ovazione e la standing ovation del suo pubblico in visibilio per l’uomo che ha saputo rinunciare alle sue ambizioni personali a favore di tutti coloro con i quali condivide ideali, speranze, ambizioni nel Paese dove è ancora possibile credere nel sogno americano. Il luogo dove anche un bambino balbuziente ha avuto la sua occasione ed è diventato il presidente degli Stati Uniti.
IL PATRIARCA
Per 45 minuti Joe arringa il suo pubblico, lo scalda, lo fa arrabbiare e poi lo commuove. La moglie, Jill, figli, Hunter e Ashley, e sei nipoti, tra cui il piccolo Beau Jr (nome del primogenito morto a causa di un tumore al cervello), sono spesso inquadrati sugli schermi luminosi. L’orgoglio è palpabile nel vedere il patriarca, con la dignità di un re buono, che consegna la propria eredità ad una giovane donna, che lui stesso definisce la scelta migliore che abbia mai fatto nella sua lunga vita politica. Harris è stata prima la sua sfidante nelle primarie democratiche per le elezioni del 2020, poi la sua vice alla Casa Bianca. Oggi è lì, tra il pubblico, ad applaudire il suo mentore, che è più in forma che mai.
L'ANIMA
“Ho dato l’anima per questa nazione”, ma la sensazione è che l’anima l’abbia conservata, e che forse l’abbia solo condivisa con il Paese che ama, a cui ha dedicato la sua vita. Il vecchio ha chiaro il perimetro della sua esistenza “a trent’anni troppo giovane per essere senatore e oggi troppo vecchio per essere presidente”, ma confessa che ha più ottimismo di allora, esibendo una vitalità che sembrava dispersa. Non si tira indietro, snocciola i tanti successi della sua legacy. Cadono i principi della dialettica politica moderata di cui è portatore e definisce Trump… fa sfoggio della sua schiena dritta, che lo ha guidato nella politica di contrasto a Putin, davanti al quale non si è mai inchinato, cosa che secondo lui farà Trump. Thank You joe urla la platea.
LE PROTESTE
Le proteste previste fuori la convention sono animate da un gruppo piuttosto ristretto di persone. All’interno della hall alcuni delegati filo palestinesi gli danno le spalle avvolti nella kefiah, ma tutto è inserito in uno schema moderato e democratico nel quale è possibile riconoscere l’approccio equilibrato di questo uomo anziano, che ha guidato per quattro anni l’America salvandola, probabilmente, da un cortocircuito politico sociale, espresso dall’attacco a capito Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
Joe Biden chiude la prima giornata della convention. Non assisterà ai prossimi appuntamenti della kermesse. I riflettori sul palco del re stanco si spengono, ma la luce emanata dal re saggio continuerà ad illuminare il cammino democratico