07 aprile 2022, ore 11:11
Nel nostro Paese, il potere di mafia, camorra, ndrangheta, sacra corona unita è sempre più pervasivo; meno violenze eclatanti ma maggiore penetrazione nel tessuto economico legale
La criminalità organizzata italiana, i suoi affari sporchi, le infiltrazioni nel tessuto economico legale del Paese vengono raccontati nel rapporto sul primo semestre del 2021 realizzato dalla Direzione Investigativa Antimafia.
Da un lato le grandi associazioni criminali mettono in atto un minor numero di azioni cruente e comportamenti in grado di provocare allarme sociale, dall'altro, si concentrano invece nella progressiva occupazione del mercato legale. Calano gli omicidi di tipo mafioso, da 9 del primo semestre 2020 a due, e le associazioni di tipo mafioso, da 77 a 57. E la propensione a inquinare l'economia legale trova conferma nell'incremento delle segnalazioni di operazioni sospette, 49.104 nel primo semestre 2019, 54.228 nel primo semestre 2020 e 68.534 nello stesso periodo del 2021, e delle interdittive antimafia, rispettivamente 279, 384 e 455.
Più affari sporchi, nonostante la pandemia
Questi dati, secondo la Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione al Parlamento, per il primo semestre 2021, sono indicativi della sempre maggiore attenzione posta sulle possibili infiltrazione nelle procedure di gara ed appalti, ma rivela anche come "nonostante negli ultimi due anni si sia verificato un inevitabile rallentamento delle attività imprenditoriali a causa della pandemia appare sempre maggiore l'interesse delle organizzazioni criminali per l'accaparramento di commesse ed opere pubbliche". Le mafie usano soprattutto la leva della corruzione per entrare nella gestione degli appalti pubblici e delle attività economiche del territorio. Nel primo semestre del 2021, sono stati confiscati a soggetti organici e collegati a vario titolo a gruppi mafiosi beni per 129 milioni e 307mila euro. Nello stesso periodo sono stati effettuati sequestri per un valore di 93 milioni 771 mila euro.
La camorra si mostra sui social
Non solo altarini e murales: "E' sempre più frequente l'uso dei social network per condividere messaggi testuali e frammenti audiovisivi espliciti di ispirazione camorristici". Il dato è sottolineato nella relazione della Dia che spiega quanto "forte è il rischio che l'identità mafiosa possa prendere il sopravvento anche attraverso la credibilità e l'autorevolezza del profilo social che esalta e diffonde la reputazione criminale del soggetto con lo status di uomo di camorra". Attraverso fotografie e post gli affiliati alle organizzazioni criminali ostenterebbero infatti l'appartenenza al gruppo e commenterebbero le azioni di fuoco. "In questa dimensione socio-culturale - rileva ancora la relazione - non vanno sottovalutati i fenomeni di violenza urbana ad opera di bande che soprattutto nel territorio partenopeo tentano di inserirsi nelle logiche della spartizione delle piazze di spaccio e delle estorsioni. Nel semestre è stato anche rilevato un numero di rapine nei confronti dei rider aggrediti nei diversi quartieri napoletani". La camorra si fonda su "stabili equilibri criminali", consolidati nel tempo, in cui sono ammessi gruppi criminali minori, ma in una condizione di coordinata coabitazione con i principali grandi cartelli: la relazione della Dia conferma la "strutturazione organizzata" in un vero e proprio "'sistema', basato su stratificati e complessi livelli decisionali, su una struttura criminale consolidata sul territorio e dotata di un direttorio per la gestione e il coordinamento dei gruppi subordinati".
La 'ndrangheta, leader nel traffico di cocaina
"Silente ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale": senza abbandonare il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina, la 'ndrangheta "potrebbe tentare una ulteriore espansione dei propri affari illeciti anche attraverso possibili mutamenti degli equilibri criminali con sodalizi di diversa matrice". Secondo la Dia, va tenuta in conto, in questo senso, "la capacità delle consorterie criminali calabresi di relazionarsi con quell'area grigia di professionisti e dipendenti pubblici infedeli che costituiscono il volano per l'aggiudicazione indebita di appalti pubblici" e "la diffusa corruttela interverrebbe sulle dinamiche relazionali con gli enti locali sino a poterne condizionare le scelte ed inquinare le competizioni elettorali"