Le piazze di Roma e Milano per la pace in Ucraina, restano le distanze delle opposizioni sull’invio delle armi a Kiev
05 novembre 2022, ore 21:30
Letta contestato a Roma, Conte contro l’invio di nuove armi, Calenda bolla come qualunquista il leader 5stelle
Due manifestazioni per chiedere la pace in Ucraina, in piazza le opposizioni, a Roma Pd e 5 stelle, a Milano il terzo polo. Sullo sfondo restano le polemiche della vigilia e che è incentrato sul sesto invio di armi a Kiev che resta il nervo scoperto del fronte progressista schierato per la pace. A Milano la scena è monopolizzata da Carlo Calenda e Matteo Renzi, a Roma Enrico Letta, Giuseppe Conte e gli altri partiti progressisti, senza bandiere, che hanno sfilano nella Capitale ma non insieme. Animi caldi già dalla mattina, quando il leader di Azione mette subito le cose in chiaro: “A Roma una manifestazione contro il bellicismo europeo e il diritto dell'Ucraina di difendersi, a Milano una piazza contro l'aggressione Russa. Resistenza vs Resa”. La risposta di Enrico Letta è pacata: “Nessuna polemica da parte nostra”.
Le parole di Conte
Messo da parte le parole di Calenda, è Giuseppe Conte a infiammare la piazza: “Ho sentito dire al ministro Crosetto che il governo si appresta a fare il sesto invio di armi all'Ucraina. Il governo non si azzardi a procedere senza aver interpellato il Parlamento, tanto più trattandosi di un governo che non è più di unità nazionale”, dice il leader del M5s. Posizione apprezzata da Articolo 1: “E' impensabile che si decida un sesto invio senza passare per le Camere”, dice il coordinatore Arturo Scotto. Parole che sono piaciute anche a Sinistra Italiana. Nicola Fratoianni sottolinea che “E' evidente che la soluzione militare non è la soluzione”, mentre i Verdi, con Angelo Bonelli ribadiscono “Le decine e decine di migliaia di persone che sono a Roma non sono certo filo putiniane ma vogliono portare i grandi Stati a un tavolo di trattative”. Di diverso parere il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova per il quale “serve proseguire il sostegno umanitario, economico e militare alla resistenza Ucraina”. Mentre Peppe Provenzano chiarisce che “le polemiche politiche le strumentalizzazioni sono del tutte fuori luogo”. Andrea Orlando del Pd dice: “Sono convinto che una straordinaria partecipazione dal basso debba essere ascoltata e valorizzata”. Il tutto mentre a due passi da piazza san Giovanni, Enrico Letta viene bersagliato da qualche contestatore che gli rimprovera che è l’ora di dire basta all’invio di armi.
La manifestazione di Milano
Ad accendere gli animi a Milano Carlo Calenda che se la prende soprattutto con il leader del M5s: “Conte è stato con Salvini quando era Putinista, è filo Trumpiano, ha firmato la via della seta con i cinesi e poi ha deciso che è progressista. Adesso ha deciso che è pacifista. Domani deciderà che è comunista e tra quattro giorni diventerà nazionalista”. Parole che arrivano dopo quelle riservate da Conte al terzo polo: “Non ho capito se la piazza di Milano è per la pace o per la guerra”. Di altro tenore le parole del leader di Azione nei confronti del Pd: “Mi dispiace che Letta non sia qui. Non sarebbe stato contestato. Qua c'è metà del Pd lombardo. Nessuno avrebbe contestato Enrico Letta perché se c'è una cosa che va riconosciuta a Enrico Letta è la totale linearità sulla questione ucraina. E quindi qui sarebbe stato solo applaudito".
Enrico Letta
Tornando alla manifestazione di Roma, il segretario dei Dem, Enrico Letta ribadisce che “la pace è la cosa più importante di tutte", che “noi siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace, per noi la pace vuol dire la fine dell'invasione Russa. Questo è il punto centrale”, mentre sull’invio di armi a Kiev sottolinea che “Quando il governo avanzerà una proposta la vaglieremo e se ne parlerà. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto, in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte'”. Per la cronaca. secondo gli organizzatori della manifestazione di Roma, in piazza c’erano 100mila persone (40mila secondo la Questura) mentre a Milano hanno sfilato in cinquemila, secondo gli organizzatori.