Legislatura numero 18, i primi passi
Legislatura numero 18, i primi passi
14 marzo 2018, ore 14:54
Il punto sulla politica di Alberto Ciapparoni
Dopo il voto di domenica 4 marzo, alle Camere l’accoglienza dei nuovi eletti inizia martedì prossimo alle 12 (e proseguirà fino al 27). Il primo giorno del nuovo Parlamento è venerdì 23: si procede subito con l’elezione dei nuovi presidenti delle Camere, al Senato la fumata bianca può arrivare in due giorni (ossia sabato), poiché dal quarto scrutinio si va al ballottaggio fra i due più votati, alla Camera i tempi possono essere più lunghi perché prima occorrono i due terzi, quindi la maggioranza assoluta dei voti.
Le indiscrezioni parlano di Danilo Toninelli M5S a Palazzo Madama, e di Giancarlo Giorgetti Lega a Montecitorio. Una volta eletti i presidenti delle Camere, a quel punto si potrà procedere con la formazione dei gruppi parlamentari, poi, ulteriore passo, al Quirinale si potranno avviare le consultazioni ufficiali per il nuovo eventuale governo, consultazioni che dovrebbero cominciare dopo Pasqua, martedì 3 aprile.
Il compito del presidente Sergio Mattarella appare complicatissimo: i numeri post-elezioni dicono che maggioranze non ce ne sono. Ma dal Colle filtra la volontà di tentare comunque di trovare un esecutivo. L’incarico potrebbe essere dato a Matteo Salvini, in quanto leader della forza di maggioranza relativa (Lega) della coalizione più votata, cioè il centrodestra. Oppure, a Luigi Di Maio, poiché capo politico del partito con il maggior consenso. O, infine, il Capo dello Stato potrebbe cercare una personalità fuori dai partiti che possa guidare un governo di breve durata prima di tornare al voto, con l’obbiettivo sostanziale di cambiare la legge elettorale. E in quest’ultimo caso servirebbe l’appoggio di tutti. Fino ad ora però il quadro generale dice stallo completo.
Alberto Ciapparoni
Il compito del presidente Sergio Mattarella appare complicatissimo: i numeri post-elezioni dicono che maggioranze non ce ne sono. Ma dal Colle filtra la volontà di tentare comunque di trovare un esecutivo. L’incarico potrebbe essere dato a Matteo Salvini, in quanto leader della forza di maggioranza relativa (Lega) della coalizione più votata, cioè il centrodestra. Oppure, a Luigi Di Maio, poiché capo politico del partito con il maggior consenso. O, infine, il Capo dello Stato potrebbe cercare una personalità fuori dai partiti che possa guidare un governo di breve durata prima di tornare al voto, con l’obbiettivo sostanziale di cambiare la legge elettorale. E in quest’ultimo caso servirebbe l’appoggio di tutti. Fino ad ora però il quadro generale dice stallo completo.
Alberto Ciapparoni