Leone d’oro alla carriera a Pedro Almodovar
Leone d’oro alla carriera a Pedro Almodovar
14 giugno 2019, ore 17:09
Il regista, "emozionato e onorato, ho bellissimi ricordi Mostra"
La Mostra del cinema di Venezia ha attribuito a Pedro Almodovar il Leone d'oro alla carriera. "Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d'oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio" ha detto il regista. "Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con “L'indiscreto fascino del peccato” ha ricordato Almodovar. “Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. E' stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull'orlo di una crisi di nervi nel 1988". La decisione di assegnare il Leone ad Aldomovar è del Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera secondo il quale "Almodovar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Bunuel, ma l'autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio. I temi della trasgressione, del desiderio e dell'identità - ha spiegato - sono il terreno d'elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all'estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d'amore, lo struggimento dell'abbandono, l'incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione - ha aggiunto - confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali. Senza dimenticare che Almodovar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e - ha concluso Barbera - le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante".