Lo spietato, Scamarcio nel ruolo del criminale Santo Russo
Lo spietato, Scamarcio nel ruolo del criminale Santo Russo
04 aprile 2019, ore 21:00
In sala per tre giorni dall'8 aprile e poi su Netflix, la gangster-comedie diretta da Renato De Maria
Arriva in sala, ma solo per tre giorni (8-9-10 aprile) distribuito da Nexo, "Lo Spietato" di Renato De Maria, una gangster-comedie che ricorda i cosiddetti "poliziotteschi" anni Settanta e con protagonista, nel ruolo di Santo Russo, un Riccardo Scamarcio cattivo-cattivo. Un'uscita evento di soli tre giorni per questo lavoro, proprio come richiede la normativa per i film destinati alla piattaforma Netflix, dove "Lo spietato" approderà il 19 aprile. Ambientato nel periodo del boom, in quegli anni Ottanta della Milano "da bere", ha come protagonista Santo Russo, un calabrese cresciuto nell'hinterland che, dopo i primi furti in periferia, arriva al carcere minorile dove si forma come criminale. Santo Russo è uno che ci sa fare nella Milano di quegli anni e così in poco tempo diventa mente e braccio armato di una temuta gang che pratica rapine, sequestri, traffici di droga, riciclaggio di denaro, e non ultimo i "miracoli", ovvero esecuzioni a sangue freddo. Oltre alla pistola e al fucile a pompa, in questa crime story piena di ironia e ritmo, al protagonista non mancano i sentimenti. Santo Russo è, come ogni boss che si rispetti, diviso tra due donne: Mariangela (Sara Serraiocco), ovvero la moglie, remissiva, devota e calabrese come lui, e Annabelle (Marie-Ange Casta) l'amante, donna troppo bella e colta. Ma la parabola di Santo Russo alla fine si complica fino a farlo diventare uno dei molti collaboratori di giustizia senza più identità. "Quando ho capito che il film che mi proponeva De Maria poteva essere una sorta di 'Godfellas', ho subito accettato - ha detto Scamarcio-. Sono cresciuto vedendo questo tipo di film e poi - aggiunge l'attore - certi personaggi, certi figuri mi ricordano molto quelli che io ho visto girare ad Andria dove sono cresciuto, personaggi con Ferrari e orologi d'oro al polso che nessuno sapeva bene cosa facessero. E devo dire che per me la scuola di Andria è stata fondamentale".