Lo "squartatore dello Yorkshire" è morto in prigione per il Covid, negli anni Settanta uccise tredici donne
Lo "squartatore dello Yorkshire" è morto in prigione per il Covid, negli anni Settanta uccise tredici donne
13 novembre 2020, ore 15:00
Peter Sutcliffe era stato catturato nel 1981 e condannato a venti ergastoli. Nel 2010 la Corte Suprema Britannica stabilì che non sarebbe mai più potuto tornare libero
La stampa britannica lo aveva ribattezzato “Lo squartatore dello Yorkshire”. Il serial killer britannico Peter Sutcliffe è morto in ospedale a 74 anni dopo aver contratto il Covid-19. La notizia, che arriva dal ministero della giustizia britannico, riporta l’attenzione su una delle vicende di cronaca locale più lastricate degli ultimi tempi. Una condanna nel 1981 per aver ucciso tredici donne e aver tentato di ucciderne altre sette nel nord dell’Inghilterra tra il 1975 e il 1980, Sutcliffe stava scontando l’ergastolo. Le sue condizioni di salute si erano rese precarie già prima della positività al Covid-19, ma il decesso è avvenuto il 13 novembre all’interno del carcere, dopo il suo stesso rifiuto delle cure, come conferma la Bbc.
Catturato nel 1981, poi condannato a venti ergastoli
Peter Sutcliffe era stato catturato nel 1981. A quel punto era scattata la reclusione, inizialmente sull’isola di Wight. Condannato a venti ergastoli, nel 1984 c’è stato il trasferimento nell’ala di massima sicurezza del Broadmoor Hospital, dopo una diagnosi di schizofrenia paranoide. Dichiarato in un secondo momento guarito dai medici (e di conseguenza in condizioni idonee al rientro in carcere) nel 2016 Sutcliffe è stato trasferito nella prigione di Frankland, nella contea di Durham. Nel 2010 la Corte Suprema Britannica ha stabilito che lo “squartatore dello Yorkshire” non sarebbe mai più potuto tornare in libertà.
Ha ucciso tredici donne, anche minorenni
Durante il processo a Londra, Peter Sutcliffe aveva affermato di essere stato mandato in "missione da Dio per uccidere le prostitute". Nato nel giugno del 1946 a Bingley, nel West Yorkshire, ha lavorato come camionista e come scavatore di tombe. Il primo delitto nell’ottobre 1975, meno di un anno dopo essersi sposato. La prima vittima fu Wilma McCann, 28 anni, madre di quattro figli. E’ stata percossa con un martello, fino alla morte. "Dopo quella prima volta, ho sviluppato e somatizzato un odio per le prostitute che mi ha spinto a sviluppare dentro di me una ragione per giustificare quei crimini", aveva detto Sutcliffe alla polizia. Negli anni successivi, gli altri delitti, tra cui quello che provocò la morte di Emily Jackson, 42 anni, e di Jayne MacDonald, solo 16enne.
Un ex agente che si occupò del caso: "Non verserò una lacrima"
I suoi crimini hanno gettato un’ombra sul nord dell’Inghilterra durata più di mezzo decennio, con molte donne e ragazze spaventate, impaurite, per mesi addirittura reticenti a uscire di casa dopo il tramonto. Sutcliffe è stato interrogato più volte dalla polizia nel corso delle indagini, ma una serie di errori hanno portato i detective a concentrare le loro ricerche in zone sbagliate dell’Inghilterra settentrionale. Così, il serial killer ha continuato a uccidere, fino all’arresto del gennaio 1981, quando è stato fermato mentre si trovava a bordo di un’auto con targa rubata. “La sua morte è una sorta di chiusura con il passato, per la quale non verserò alcuna lacrima, ma è una notizia che alle famiglie delle vittime riporta alla mente ricordi molto tristi”, ha detto Bob Bridgestock, un ex agente di polizia che si è occupato a lungo del caso. Bridgestock ha riconosciuto che alcuni errori sono stati commessi dalla polizia, dicendo che molti ufficiali "indossavano paraocchi durante le indagini", ma ha anche sottolineato le limitate risorse a disposizione degli investigatori.