Lorenzo Suraci dichiara: “Lo studio del Censis sulla radiovisione dimostra quanto e come il lavoro di RTL 102.5 abbia anticipato i tempi"

Lorenzo Suraci dichiara sull'indagine del Censis: "Lo studio del Censis sulla radiovisione dimostra quanto e come il lavoro di RTL 102.5 abbia anticipato i tempi"

Lorenzo Suraci dichiara sull'indagine del Censis: "Lo studio del Censis sulla radiovisione dimostra quanto e come il lavoro di RTL 102.5 abbia anticipato i tempi"


Il presidente di RTL 102.5 ha commentato i risultati della ricerca subito dopo la presentazione del rapporto su “La transizione verso la Radiovisione” avvenuta oggi presso il Censis

È nato un nuovo media: la radiovisione. Ed è boom!

Sono 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo: tv, smartphone o pc (in un anno +8% di spettatori dei canali televisivi della radio). La visual radio si è sintonizzata sui nuovi stili di vita: accedere ai contenuti con qualsiasi dispositivo, in qualunque luogo, in ogni momento, per intero o a spezzoni, in diretta e on demand.

La radio fenomeno di massa, capace di coniugare continuità e innovazione. La radio è e rimane un fenomeno di massa. Sono più di 41 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici. Di questi, 27 milioni utilizzano anche dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio. Sono numeri che dimostrano che la radio è riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri media e sintonizzandosi sui nuovi stili di vita degli italiani. La radio è riuscita a conservare il suo valore tradizionale adattandosi ai tempi e oggi accompagna la vita di fasce di pubblico trasversali per età, condizione economica e status sociale.

Il ruolo della radio durante la pandemia. Durante il primo lockdown il 30,5% degli italiani si è informato almeno una volta al giorno sulla pandemia e sulle regole da rispettare attraverso la programmazione radiofonica. Nella forzata reclusione casalinga il 30% dei radioascoltatori ha dedicato più tempo all’ascolto in casa rispetto al periodo pre-Covid. I dati sull’ascolto medio giornaliero nel secondo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 sono chiari: a fronte di un calo del numero di ascoltatori dall’autoradio, dovuto alle limitazioni alla mobilità, e di una tenuta dell’apparecchio tradizionale, crescono tutti gli altri device. Nell’ultimo anno gli spettatori dei canali televisivi della radio in un giorno medio sono aumentati dell’8%.

Il boom della radiovisione. La radiovisione è una realtà in crescita, che sta vivendo un vero e proprio boom grazie alla modalità simulcast crossmediale, cioè alla possibilità di fruire dei contenuti radio contemporaneamente su qualsiasi dispositivo. Sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo: tv, smartphone o pc. Di questi, quasi 11 milioni seguono la radiovisione sugli schermi tv. La visual radio non è un fuoco di paglia, destinato a spegnersi dopo la pandemia, ma è fortemente in sintonia con le aspettative degli italiani. Il 52% dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video. E il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole, il 27,5% coinvolgente, il 24% innovativa.

Il passaggio dal mezzo ai contenuti è compiuto. Oggi quello che conta non è l’apparecchio radio in sé, ma i contenuti, di cui gli utenti vogliono poter fruire attraverso qualsiasi device, in ogni luogo, in qualsiasi momento, per intero o a spezzoni, in diretta e on demand. Il 59% degli italiani associa alla radio determinate trasmissioni che seguirebbe anche su device diversi dall’apparecchio tradizionale. Il passaggio dal mezzo alla piattaforma di contenuti fruibili in ogni luogo e da ogni device è ormai compiuto. L’85% degli italiani ne è consapevole e ne dà un giudizio positivo. E le percentuali raggiungono il 95,5% tra i giovani millennial, il 95% tra gli imprenditori e i liberi professionisti, il 92% tra gli studenti.

La crossmedialità non si discute. L’89% degli italiani è convinto che la partita degli ascolti si vinca sul piano della qualità dei contenuti e dei programmi proposti e non su quello degli apparecchi che li veicolano. L’87% pensa che la multicanalità sia la logica

evoluzione dei cambiamenti intervenuti negli stili di vita e nelle modalità di consumo della popolazione. Il 72% vuole poter seguire i contenuti radio in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, a prescindere dal device utilizzato.

La radio, il più social dei media. La radio è dentro la vita degli italiani e chi la utilizza si sente parte di una comunità. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva almeno una forma di interazione con essi. Il 23% visita il sito delle emittenti di proprio gradimento, il 20% segue i profili social di programmi e di conduttori, il 19% ha scaricato una app che consente di fruire i contenuti che preferisce sullo smartphone. Il 12% degli utenti condivide i contenuti radio sui social network personali e il 13% condivide i video dei programmi. Tra chi segue le dirette, il 20% invia messaggi sms o WhatsApp oppure e-mail durante le trasmissioni e il 10% telefona in diretta. Forte è la componente on demand, rappresentata da chi segue i programmi su YouTube (18,5%) e scarica i podcast (12%).

Questi sono i principali risultati della ricerca del Censis «La transizione verso la radiovisione», che è stata presentata oggi da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, e Anna Italia del Censis, e discussa da Roberto Arditti, Davide Giacalone, Emilio Carelli e Maurizio Gasparri.


Questa la dichiarazione del Presidente di RTL 102.5, Lorenzo Suraci sulla presentazione del Censis: “Lo studio del Censis dimostra quanto e come il lavoro di RTL 102.5 abbia anticipato i tempi e le forme prese poi dal mercato, ponendosi all’avanguardia nell’efficacia della trasmissione e nella valorizzazione degli inserzionisti pubblicitari”. Lo ha detto Lorenzo Suraci, subito dopo la presentazione, avvenuta presso il Censis e con un affollato evento on line, del rapporto su “La transizione verso la Radiovisione”.

“Non si tratta dell’avere aggiunto il video alla tradizionale voce – ha continuato Suraci – non è l’abbellimento del vecchio mezzo, ma la nascita di un prodotto completamente nuovo, capace di portare i contenuti, contemporaneamente, su tutte le piattaforme di trasmissione, liberando l’ascoltatore dalla dipendenza di questo o quel mezzo e mettendolo in grado di seguire in ogni condizione e luogo”.

“La ricerca del Censis ha confermato non solo l’altissimo gradimento, ma il concentrarsi dell’attenzione degli ascoltatori sugli specifici contenuti trasmessi, sulla sostanza e non sulla forma. Il che non solo premia il nostro continuo impegno e investimento nella qualità e serietà dei contenuti, con opinioni ed eventi originali, ma premia le campagne pubblicitarie che noi aiutiamo i clienti a strutturare in modo specifico per questo nostro mezzo, anche grazie alla nostra concessionaria, Open Space, che, al contrario di altre, non ha interessi fuori dal nostro mondo”.



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