Luana d'Orazio morta a Prato il 3 maggio del 2021, i titolari della ditta patteggiano, pena sospesa
Luana d'Orazio morta a Prato il 3 maggio del 2021, i titolari della ditta patteggiano, pena sospesa
27 ottobre 2022, ore 18:15
Delusa la madre della 22enne deceduta mentre lavorava a un macchinario tessile
A Prato l’udienza preliminare si è conclusa con il patteggiamento di Luana Coppini e Daniele Faggi, i due principali imputati per il decesso di Luana D'Orazio, la 22enne morta il 3 maggio del 2021, risucchiata dal macchinario dell'orditura nell'azienda di Oste di Montemurlo. Il giudice per l'udienza preliminare, Francesca Scarlatti, dopo aver accolto la proposta di patteggiamento concordata da pubblica accusa e avvocati difensori, ha condannato a due anni di reclusione Luana Coppini, titolare della dita in cui è avvenuto l'incidente letale, e a un anno e sei mesi il marito di quest’ultima Daniele Faggi, titolare di fatto. Entrambe le pene prevedono la sospensione condizionale. Posto come condizione dalla procura l'effettivo pagamento del risarcimento stabilito in circa di un milione di euro. Il Gup ha deciso inoltre di rinviare a giudizio il terzo imputato, il manutentore Mario Cusimano, che affronterà il processo. L’uomo è accusato di omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche. In occasione del processo verrà discussa anche la posizione della società dell'orditura tessile, in qualità di persona giuridica. L'avvocato Gabriele Capetta ha chiesto un patteggiamento anche per la ditta che consiste in una sanzione amministrativa di 10.300 euro.
La reazione della madre, delusa dalla giustizia
Speravo in una pena più giusta. Queste le prime parole pronunciate da Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, dopo la sentenza che ha fatto seguito al patteggiamento di due imputati. La donna si è detta molto delusa, al termine dell’udienza che si è svolta a Prato. Emma Marrazzo sperava in una pena esemplare, per questo troviamo tanta amarezza e dolore nelle sue dichiarazioni. Il tribunale di Prato le ha affidato il nipotino, rimasto solo dopo la morte della giovane mamma. Di tutt’altro segno le dichiarazioni di uno dei due avvocati difensori delle due persone che hanno patteggiato, vale a dire i titolari della ditta in cui si è consumato il dramma. “Luana rimane un simbolo, si tratta di una sentenza molto celere che si poggia su due pilastri e non e' affatto scandalosa, come pure ho sentito dire sui social, ma giusta". In questo modo si è espresso il legale Alberto Rocca.