Luigi Di Maio a RTL 102.5: ”Non tornerò a fare il capo politico del Movimento Cinque Stelle, ma è arrivato il momento di avere una leadership forte”

Luigi Di Maio a RTL 102.5: ”Non tornerò a fare il capo politico del Movimento Cinque Stelle, ma è arrivato il momento di avere una leadership forte”

Luigi Di Maio a RTL 102.5: ”Non tornerò a fare il capo politico del Movimento Cinque Stelle, ma è arrivato il momento di avere una leadership forte”


07 settembre 2020, ore 12:35

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervistato questa mattina nel corso di Non Stop News, ha chiarito di non pensare più alla guida del Movimento, ma ha anche spiegato che ora è necessario un cambio di passo

Luigi Di Maio, intervenuto questa mattina nel corso di Non Stop News, ha affrontato il tema del futuro del Movimento Cinque Stelle, negando di voler tornare alla guida del partito, ma ha sottolineato che ora “non ci possiamo permettere défaillance e di temporeggiare”, spiegando che il Movimento è la “forza politica di maggioranza relativa che sostiene il Governo italiano” e che è necessario ora determinare un vertice, non necessariamente un capo: ”Io non ho parlato di leader uomo o donna che sia da sola al comanda, anzi questo movimento si deve organizzare e strutturare” - ha spiegato il ministro, riconoscendo che “Vito Crimi (capo politico ad interim, ndr) “sta facendo l’impossibile, ma è reggente non è stato eletto e forse è arrivato il momento di eleggere una leadership forte, perché tutte le realtà politiche hanno bisogno di guide che diano bene la strada che si vuole seguire. Io non sto pensando di tornare ad essere capo politico, io vorrei vedere questo Movimento che si responsabilizza: quando mi sono dimesso a fine gennaio nel discorso che ho fatto ho detto che speravo che le responsabilità ricadessero sempre più su molte persone all’interno del movimento

Emergenza migranti, Di Maio rivendica: “zero partenze dalla Tunisia, da qualche giorno” 

In primo piano c’è sempre la questione immigrazione; rispetto alla questione della Tunisia, il ministro degli Esteri riconosce che: “E’ stata un’estate dove ci siamo occupati di immigrazione sul tema della Tunisia”, ma rivendica che, da qualche giorno a questa parte, ci sono “zero partenze dalla Tunisia”. Poi spiega che la questione “è ancora lontana dal risolversi perché lì c’è una crisi economica che ha portato molte persone a partire verso le coste italiane, ma le interlocuzioni con la Tunisia e alcune azioni che abbiamo fatto ci permetterà di fermare questi flussi migratori

In vista del Referendum del 20 e 21 settembre, per Di Maio vinceranno i Sì 

A proposito del Referendum sul taglio dei parlamentari, il ministro degli Esteri si mostra ottimista sull’esito: :”L’Italia ha troppi parlamentari”- ha esordito Di Maio - sono fiducioso che molti italiani voteranno sì e non è un referendum del Movimento a 5 Stelle, ma ci sono elettori di tutte le forze politiche che voteranno sì. Non è solo una questione di costi, ma è importante perché è un processo di modernizzazione del paese: con questo referendum se vince il sì, passiamo da 945 a 600 parlamentari e così portiamo l’Italia ai livelli europei e non credo che ci sia un problema di rappresentatività perché tra consigli regionali, comunali, provinciali, di quartiere c’è di tutto per rappresentare i cittadini, non sono 345 in meno a fare la differenza”. Sulle regionali si esprime così: “I nostri cittadini nelle prossime settimane decideranno molte cose e penso che debbano considerare che, chiunque eleggeranno come Governatore della propria Regione, gli metteranno nelle mani le chiavi degli ospedali, perché la Sanità è regionale”. 

Il futuro della Libia, nel segno del dialogo 

Sulla questione in Libia, il Ministro degli Esteri spiega che l’Italia riconosce il Governo Sarraj ma anche che ha sempre sostenuto tutte le parti nel dialogo. “Il fatto che adesso il Governo Serraj abbia la possibilità di chiudere un accordo sul cessate il fuoco con il Presidente del Parlamento di Tobruk significa che noi stiamo lavorando alla riattivazione del trattato del 2008 con la Libia – ha aggiunto Di Maio spiegando che questo “permetterà a molte imprese del nostro Paese di andare lì e partecipare alla ricostruzione. Noi siamo stati l’unico paese dell’Occidente a non chiudere l’ambasciata a Tripoli e credo che questo ci verrà riconosciuto come un segno della grande amicizia che abbiamo nei confronti del popolo libico. Anche sul tema del cessate il fuoco nei prossimi giorni ci saranno dei passaggi fondamentali: noi abbiamo sempre parlato con tutti in Libia per favorire questo processo di dialogo che finalmente comincia a far vedere dei passi in avanti e finché le armi tacciono è sempre un fatto positivo in Libia”. 

Fiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma Mario Draghi è una “risorsa dell’Italia” 

Entrando nel merito delle questioni più strettamente politiche, Luigi Di Maio spiega che: ”Tutte le risorse di questo paese in questo momento di crisi dell’Italia serve che vengano impiegate nei posti dove ne abbiamo bisogno e Mario Draghi è una risorsa dell’Italia e anche sull’obiettivo di spendere bene i 200 miliardi dei Recovery Fund potremmo avvalerci della sua indiscussa competenza. Questo non vuol dire fare le scarpe al Premier Conte che ha tutta la mia fiducia, ma solo che tutte le risorse vanno messe a disposizione del popolo italiano. Su Salvini e sul suo pronostico del 7 a 0, penso ognuno ha diritto ai propri pronostici e sognare non costa nulla”. 

 


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