10 dicembre 2024, ore 16:50
Luigi Mangione, il 26enne di origini italoamericane, è il giovane rampollo di un abbiente famiglia di Baltimora che ha ucciso Brian Thompson
Nella giornata di ieri è stato arrestato Luigi Nicholas Mangione, incriminato per l’assassinio di Brian Thomson, Ceo di United Healthcare, avvenuto lo scorso 4 dicembre a Manhattan. Il 26enne è stato fermato in un McDonald’s ad Altona, in Pennsylvania cinque giorni dopo l’omicidio. Alcuni dipendenti del ristornate lo hanno riconosciuto e hanno allertato le autorità.
CHI È LUIGI MANGIONE?
Nelle ultime ore sta emergendo il profilo del giovane che avrebbe ucciso l’amministratore delegato della società di assicurazioni mediche. La sua famiglia vive negli Stati Uniti da tre generazioni. Il nonno Nicholas, un costruttore figlio di emigrati, aveva fatto fortuna con una rete di country club, case di riposo e una stazione radio, mentre un cugino, Nino, è un deputato repubblicano conservatore al parlamento statale del Maryland.
LA PISTOLA REALIZZATA CON LA STAMPANTE 3D
Pare che Mangione sia uno sviluppatore di app laureato all’Università della Pennsylvania nel 2020. È appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi. Quando è stato fermato dalla polizia, Mangione aveva con sé - oltre a un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi - una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una «ghost gun», un'arma invisibile ai controlli realizzata con una stampante 3D.
IL MANIFESTO
Mangione aveva con sé anche un «manifesto» ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato "Unabomber", che negli anni '90 tenne in scacco l'America con una catena di pacchi bomba. Il documento-manifesto comprendeva due pagine scritte a mano contenente accuse alla "Corporate America", nelle quali descrive la sua ostilità nei confronti delle aziende americane; all'interno del documento si racconta anche «della sua mentalità e delle sue motivazioni».
IL MOVENTE
Sembrerebbe che il killer non fosse più attivo sui suoi profili social da diverso tempo, perdendo anche i contatti con la sua famiglia: secondo il New York Post, era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato. Si ipotizza che anche questo dettaglio possa essere fondamentale per capire il movente dell’uccisione. Tutto però sembrerebbe confermare quello che è stato fin dall'inizio il sospetto degli investigatori: un killer "arrabbiato" con il sistema miliardario delle mutue. Gli ultimi tasselli chiarirebbero, infatti, il mistero delle tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto "deny, delay, depose" evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come United Healthcare per negare i rimborsi - così come i soldi finti del Monopoli, il gioco per molti simbolo dell'avidità delle corporation, messi nello zaino abbandonato il 4 dicembre, la mattina stessa del delitto, a Central Park.