M3gan, la nuova bambola assassina che non spaventa ma fa ballare

M3gan, la nuova bambola assassina che non spaventa ma fa ballare

M3gan, la nuova bambola assassina che non spaventa ma fa ballare Photo Credit: Agenzia Fotogramma.it


Il nuovo horror prodotto da Jason Blum è partito fortissimo al botteghino, incassando 45 milioni in tutto il mondo

Nella sua storia, il cinema ha conosciuto tante bambole assassine. Si pensi, per esempio ad Annabelle che ha ispirato il personaggio della serie di film The Conjuring, oppure a Chucky il personaggio creato da Don Mancini per il film La bambola assassina (Child's Play, 1988). In Profondo Rosso del maestro del brivido italiano Dario Argento, le bambole sono quasi un feticcio. Anche se non hanno una grande importanza a livello narrativo, la loro presenza contribuisce a rendere la storia ancora più sinistra, soprattutto il bambolotto meccanico creato niente meno che da Carlo Rambaldi, il papà di E.T. - l’Extraterrestre. Ma come non citare anche il fantoccio inquietante del film The Boy del 2016 e del suo seguito meno celebre del 2020. Insomma, l’uso delle bambole sembra intrattenere un rapporto privilegiato con il cinema horror. Un sodalizio che si riconferma anche oggi, con il film M3gan, diretto da Gerard Johnstone e prodotto da Jason Blum che di cinema dell’orrore è ormai un esperto assoluto. 

M3GAN, LA TRAMA DEL FILM

È più di una semplice bambola, è a tutti gli effetti parte della famiglia. M3gan è una meraviglia di intelligenza artificiale, un giocattolo a grandezza naturale programmato per essere la più grande amica dei bambini e la più grande alleata dei genitori. Progettata da Gemma (Allison Williams), brillante ingegnere robotico di un'azienda di giocattoli, M3gan è in grado di ascoltare, guardare e imparare, diventando amica e insegnante e protettrice del bambino a cui è legata. Quando Gemma diventa improvvisamente la tutrice di Cady, nipote orfana di 8 anni, la donna decide di abbinare alla bambina il suo prototipo M3gan, nel tentativo di alleviare la sofferenza del lutto dei genitori. Una decisione che avrà conseguenze inimmaginabili.


M3GAN, IL SUO FORTE E’ IL BALLO

In tutto il mondo, M3gan è partito fortissimo al botteghino. In Nord America ha incassato più di 30 milioni di dollari nel suo weekend d’esordio, che sommati ai 14 milioni racimolati nel resto del pianeta, lo portano ad un totale di 45 milioni. Solo nel nostro paese, nel suo primo fine settimana in sala, supera il milione di euro. Ma da cosa dipende questo successo? Sicuramente alle potenzialità di un soggetto molto interessante, che talvolta regala dei momenti e delle scene veramente molto riuscite. Ma soprattutto, dall’enorme pubblicità che arriva da Tik Tok. Infatti, nelle ultime ore, è diventato virale il video dove M3gan, si lascia andare ad un simpatico quanto inquietante balletto, che in molti hanno iniziato a replicare sul social network. Probabilmente questo ha contribuito a portare pubblico in sala.

M3GAN, LE DONNE DOMINANO LA SCENA

Il filone della bambole assassine non è l’unico a cui rimanda questa pellicola. Infatti, M3gan si inserisce perfettamente anche nel solco dei film che narrano l’eterna lotta tra l’uomo e le macchine. Si pensi ad esempio a Il mondo dei Robot (1973) e al suo sequel Futureworld (1976), ma anche al geniale Hal 9000 di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Qui però non è più l’uomo ad essere protagonista, ma bensì le donne, che dominano lo schermo e che, a tutti gli effetti, sono una delle cose più riuscite della pellicola. In primis Gemma, il personaggio principale che, a dispetto della maggior parte dei ruoli femminili creati al cinema, non ha un istinto materno, è una nerd che pensa solo al lavoro e che sembra totalmente anaffettiva. Non riesce a creare empatia con la piccola Cady che anzi troverà più conforto proprio in M3gan, quest’altro personaggio femminile molto interessante dai tratti totalmente perturbanti, nell’accezione creata da Freud. In psicanalisi, infatti è perturbante tutto ciò che si presenta come estraneo e non familiare al soggetto, generando in lui angoscia e terrore, e la cui origine si connette, contraddittoriamente, a ciò che gli era già noto da lungo tempo, ma che era diventato oggetto di una rimozione.

M3GAN HA IL SAPORE DI INCOMPIUTO

Indubbiamente il film è buono, quantomeno nelle premesse. Analizzare e riflettere sul mondo delle macchine e dei computer che oggi sono diventato più pervasive che mai e che hanno a tutti gli effetti preso il controllo sulla nostra quotidianità. Ma soprattutto, la cosa più interessante era proprio quella di indagare il rapporto tra la tecnologia e una bambina con le relative conseguenze sul piano psicologico. Peccato che, dopo più di un ora di film praticamente riuscita, M3gan si perde totalmente in un finale frettoloso, approssimativo e poco a fuoco, a mio parere, con le tematiche della pellicola. Un film che poteva e doveva osare molto di più e che forse, si è un pò autocensurato per essere più generalista e fruibile ad un audience maggiore. Mi aspettavo un finale più coraggioso, più cattivo e capace di scuotere le conoscenze. Ad ogni modo, nel complesso, siamo di fronte ad un film buono, assolutamente dignitoso che forse non vuole spaventare lo spettatore, ma semplicemente intrattenerlo.



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