17 giugno 2022, ore 18:07
Grillo: “Bisogna estendere le regole che pongono un limite alla durata dei mandati: servono a prevenire il rischio di sclerosi del sistema, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo"
Parla Beppe Grillo (per dire che la regola sul doppio mandato deve rimanere immutata), parla Luigi Di Maio (che attacca ancora il capo politico e il garante), parla Alessandro Di Battista (in procinto di partire per la Russia), tace (per il momento) Giuseppe Conte. Ennesima giornata di alta tensione in casa M5S.
Il ministro
Il ministro degli Esteri ha innescato nuove bordate contro l'ex presidente del consiglio che però, interrogato dai cronisti, ha preferito non replicare. Il doppio mandato e l'intervento sull'Ucraina e il Consiglio Ue che Draghi terrà in Parlamento la prossima settimana: sono questi i temi della doppia invettiva di Di Maio. "Leggo che una parte del Movimento vuole inserire nella risoluzione che impegna il presidente del Consiglio ad andare in Consiglio europeo, frasi e parole che disallineano l'Italia dalle alleanze storiche in cui è. Disallineano l'Italia dall'alleanza Nato. Disallineano l'Italia dall'Ue, da quella che è la sua postura internazionale. Noi - ricorda - non siamo un Paese neutrale, noi siamo un Paese che ha delle alleanze storiche". "Dobbiamo fare di tutto affinché nella risoluzione di maggioranza ci sia il massimo sostegno al premier", avverte. Di Maio critica anche chi nel Movimento ha strumentalizzato il viaggio del presidente del Consiglio a Kiev (che è "frutto di una grande azione diplomatica del presidente del Consiglio") e a margine della visita al cantiere Fincantieri a Castellammare di Stabia, rincara la dose e contrattacca chi lo ha fatto bersaglio di "insulti personali" dopo la richiesta di aprire un dibattito interno sul conflitto scatenato dalla Russia, sulla transizione ecologica e sugli argomenti economici. "Temo che questa forza politica rischi di diventare una forza politica dell'odio", afferma.
Il mandato
E a chi gli chiede delle prossime votazioni sulla regola del doppio mandato, risponde non senza malizia: "Questa è una forza politica che non sta guardando al 2050. Questa è una forza che sta guardando indietro. Allora che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito gli iscritti a votare secondo i principi fondamentali del Movimento, li invito io, perché questa è una forza politica che si sta radicalizzando all'indietro".
Grillo
Una risposta a Beppe Grillo che oggi sul suo blog pubblica un lungo articolo firmato da 'l'elevato' sotto il titolo 'Il Supremo mi ha parlato'. Un intervento tutto in difesa della norma che impedisce ai parlamentari di candidarsi per un terzo mandato. "Appare sempre più opportuno estendere l'applicazione delle regole che pongono un limite alla durata dei mandati", afferma il fondatore del Movimento. "Alcuni obiettano - soprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere - che un limite alla durata dei mandati non costituisca sempre l'opzione migliore. Ciò è ovviamente possibile, ma - attacca il garante - il dilemma può essere superato in altri modi, senza per questo privarsi di una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo".
Di Battista
Alessandro Di Battista non entra nel dibattito. In un video sui social annuncia un prossimo viaggio in Russia per una serie di reportage e mutuando una celeberrima frase di Via col Vento, afferma che "delle polemiche francamente me ne infischio" e si dice "felice delle scelte che ho fatto".
Draghi
Intanto all'inizio della prossima settimana i fari saranno puntati sulla risoluzione sulle comunicazioni del premier Draghi in Parlamento in vista del Consiglio europeo. Il Pd punta ad evitare di entrare nel merito, a prendere atto della posizione che illustrerà il presidente del Consiglio per approvare la linea del governo, evitando così qualsiasi riferimento a temi divisivi, ma il Movimento 5 stelle vuole un passaggio sulle armi ed è tentato ancora dal presentare un proprio testo che potrebbe nel caso avere l'appoggio pure dalla Lega. Conte però non intende strappare, ecco il motivo per cui alla fine potrebbe comunque trovarsi un'intesa a patto che - osserva un 'big' pentastellato - ci sia nero su bianco un segnale di una svolta diplomatica e di una descalation militare. "Non possiamo arretrare dopo mesi in cui diciamo no all'invio di materiale bellico", il 'refrain' tra i pentastellati a palazzo Madama.
Il timore
In Parlamento il timore è che nei prossimi mesi possa determinarsi un incidente che metta a rischio l'esecutivo, anche per questo dopo l'esito delle amministrative si è tornati a discutere della possibilità della nascita di un'area draghiana. Anche se le spinte sono contrapposte. "Bisogna dare un tetto", insiste Renzi; sulla stessa lunghezza d'onda centristi come Toti e anche nel mondo imprenditoriale (oggi ne ha parlato Marcegaglia alla Stampa) si fa notare come per il dopo-Draghi l'Italia rischia grosso). Tra i fedelissimi di Di Maio c'è chi invoca la nascita di un soggetto politico che possa poi aggregare pezzi della maggioranza che si ispirano all'azione dell'ex numero uno della Bce. Si chiamano in causa sottotraccia sindaci come Sala, presidenti di Regione ed esponenti 'governisti' degli altri partiti, dai ministri di FI a quelli della Lega in funzione 'anti-spread'. Al momento in ogni caso sulla partita della legge elettorale in senso proporzionale non ci sono novità e anche il tema delle alleanze in vista delle Politiche resta sospeso alla contesa dei ballottaggi, lo stesso Letta ha 'congelato' l'argomento. La consapevolezza che si possa materializzare un'operazione trasversale a sostegno di Draghi c'è anche nei partiti di centrodestra, anche se sia Salvini che Berlusconi hanno ribadito più volte che l'esperienza di un governo di unità nazionale terminerà con la fine di questa esperienza.
La rete
Ma si susseguono contatti informali - riferiscono fonti della maggioranza - per la creazione di una rete di protezione a Draghi sia per la salvaguardia della legislatura (qualora M5S da una parte e Lega dall'altra dovessero decidere di staccarsi) che per il dopo 2023. Per ora è una sorta di network dietro le quinte, nessun lavorio concreto per la nascita di un altro polo ma - come detto - il responsabile della Farnesina oggi ha battuto un altro colpo accusando Conte di voler 'radicalizzare' il Movimento e di guardare indietro nel tempo.