20 giugno 2022, ore 08:21
Il vertice è durato 4 ore ma nessuna azione è stata intrapresa contro il Capo della Farnesina per le critiche espresse nei giorni scorsi contro alcuni colleghi di partito, contrari all'invio di nuove armi all'Ucraina. Il leader dei Pentastellati, Giuseppe Conte, ha espresso rammarico per le parole di Di Maio
Non un processo ma poco ci mancava. La riunione del consiglio nazionale del Movimento 5 stelle si è conclusa nella notte dopo oltre 4 ore di discussione. Sotto accusa il ministro degli esteri Luigi di Maio e le parole di forte critica rivolte ai suoi colleghi di partito contrari all’invio di nuove armi all’Ucraina. Il vertice, secondo le indiscrezioni diffuse in giornata, doveva servire per valutare l’espulsione del capo della Farnesina, considerato ormai lontano dalla linea dei Pentastellati, ma per il momento nessuna azione è stata intrapresa, anche perché tecnicamente non ne avrebbe avuto il potere.
Il rammarico di Conte
A mediare con l’ala più radicale è stato anche il leader del Movimento, Giuseppe Conte, che secondo quanto è trapelato, ha espresso profondo rammarico per le parole usate da Di Maio. Il ministro degli esteri, nei giorni scorsi, aveva apertamente criticato la bozza di risoluzione di alcuni senatori pentastellati che sarebbe dovuta esser discussa martedì in occasione delle comunicazioni del Presidente del consiglio Mario Draghi e in vista del prossimo Consiglio europeo. “Ci disallinea dall'alleanza della Nato e dell'Ue" e "se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia”, aveva dichiarato. Parole che erano state lette dai parlamentari “contiani” come un affronto, tanto che il vicepresidente del Movimento, Riccardo Ricciardi, aveva definito il numero uno della Farnesina "un corpo estraneo” tra i Pentastellati. Di qui la riunione d’urgenza del Consiglio nazionale e l’ipotesi di espulsione. Nelle prossime ore sarà diffusa una nota ufficiale in cui sarà spiegata la linea del partito ma per il momento si continuerà a mediare con le altre forze della maggioranza per una risoluzione unitaria che rimetta al centro il Parlamento e che punti a una de-escalation in Ucraina. "La linea euroatlantica non e' mai stata messa in discussione", la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop alle armi a Kiev, "non e' mai stata condivisa", sottolinea uno dei partecipanti al vertice notturno.
"Attaccato con odio e livore"
Cosa succederà dopo martedì è difficile dirlo. Di certo la frattura tra il capo della diplomazia italiana e il suo partito non sembra facilmente ricomponibile. Ieri il ministro degli esteri, dopo la convocazione della riunione del Consiglio nazionale del Movimento, in una nota aveva usato parole di fuoco contro i suoi colleghi di partito: "I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficolta' il Governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilita' all'interno del Governo. Un fatto molto grave”. “Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuero' a ribadire che l'Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici – prosegue Di Maio - Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista".
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