Macron punta al centro, vuole restare in carica fino al 2027, tra due giorni un nuovo incarico
06 dicembre 2024, ore 13:30
Il gioco degli estremi per anticipare le presidenziali potrebbe essere vano, ma secondo Le Figaro il 59% dei francesi è favorevole alle dimissioni di Emmanuel Macron
L’Eliseo è occupato da Emmanuel Macron dal 7 maggio 2017, il presidente della Repubblica nel discorso alla nazione ha ribadito di voler compiere, di voler "onorare fino all'ultimo" il mandato di 5 anni che gli hanno conferito i francesi. Il gioco delle due estreme, sinistra e destra, che spingono per anticipare le presidenziali, ha snaturato le due fazioni. La Francia come Notre Dame: “Saprà risorgere” ha detto Emmanuel Macron, che conta di dare un nuovo incarico in un paio di giorni, per la costruzione di un nuovo governo che raccolga le forze repubblicane. Intanto però il paese non sembra essere più con lui. Per un sondaggio dell’autorevole quotidiano Le Figaro, il 59% dei francesi sarebbe favorevole alle dimissioni del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, con il 40% che invece resta contrario. L'inchiesta è stata compiuta dopo la caduta del governo di Michel Barnier.
Macron duro e sintetico
Sono stati 17,5 milioni, per uno share del 76,2%, gli spettatori hanno assistito in tv al discorso alla Nazione del presidente francese, Emmanuel Macron. Lo ha annunciato Mediametrie, l'Auditel francese, secondo quanto riferito da Bfmtv. Emmanuel Macron ha parlato in tv alla Francia, per la prima volta dopo quattro mesi, e ribadito con forza che resterà presidente fino alla fine del suo mandato, nel 2027, esercitando appieno le sue prerogative “fino alla fine”. Nei prossimi giorni nominerà un nuovo capo del governo che definisce “di interesse generale” e intanto ricorre ad una legge speciale, proroga la legge finanziaria del 2024 al 2025. Perchè in Francia non ci può essere il caos per colpa di forze irresponsabili. Chi sperava di vedere il presidente vacillare è rimasto certamente deluso. E allora, Macron sarà anche “solo” come dicono i sondaggi, ma dopo questo passaggio triste per la Republique, è difficile immaginare che possano vivere una condizione migliore i due candidati all’Eliseo e che hanno intenzionalmente, gratuitamente e gravemente provocato questa crisi: il Front National di Marine Le Pen e la sinistra radicale, la France insoumise, di Melenchon. Per loro, Macron ha usato parole durissime. “L’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite in un fronte antirepubblicano", ha dichiarato “e se Melenchon ha presentato una mozione di sfiducia rispetto ad una legge di bilancio che ha concesso il massimo rispetto alla situazione economica, Le Pen è arrivata a votare una mozione di sfiducia, presentata da Melenchon, in cui è scritto che il premier (Barnier) è colpevole di aver ceduto “alle vili ossessioni dell’estrema destra”. Tutto pur di cacciare Macron e tentare la corsa anticipata all’Eliseo.
Gli interessi di Melenchon e Le Pen
Se Melenchon è convinto di poter ambire alla poltrona di Macron, Le Pen deve provarci entro il 31 marzo perché poi potrebbe essere interdetta per i prossimi cinque anni. Era il 13 novembre quando la procura di Parigi ha chiesto per lei cinque anni di carcere e di ineleggibilità al processo sugli assistenti parlamentari. Da qui l’accelerazione e l’improvviso dietrofront rispetto al primo ministro Barnier con cui Le Pen stava modificando la legge di bilancio fin dove era possibile.
Il discorso alla nazione, tutto per la Francia
Un Macron all’attacco, affatto dubbioso, il cui unico interesse “è la Francia”. E stai a vedere che dal suo momento “più basso”, l’ex enfant prodige della politica francese, non riesca a risalire in gradimento e popolarità ripartendo proprio da dove aveva iniziato: un grande centro politico comprensivo di destra e sinistra moderate che tenga fuori i populismi delle estreme. Emmanuel Macron non soltanto è determinato a restare fino all’ultimo giorno di mandato presidenziale, ovvero fino al 2027, escludendo quindi le dimissioni, ma non esita a schierare un “governo di interesse generale” con armi quali “una legge speciale” per prorogare la finanziaria 2024. Furioso contro le “estreme unite in un fronte antirepubblicano”, il capo dell'Eliseo ha invocato una coalizione allargata a tutti i partiti “che si impegnano a non sfiduciare il governo”. Il nome del premier sarà annunciato “nei prossimi giorni”. A chi, nelle ore seguite alla caduta del governo Barnier, pensava ad annunci del nuovo premier e a dichiarazioni soft da parte del capo dello Stato, Macron ha risposto con proclami che sembrano scavare un solco ancora più profondo con le opposizioni. Dobbiamo “ricostruire la nazione” invitando a “riportare saggezza ovunque ci sono rabbia e insulti”, a “volere l'unità dove c'è la divisione”.