Made in Italy, Luciano Ligabue, Do voce alle persone perbene
22 gennaio 2018, ore 14:27 , agg. alle 11:04
Il cantante nelle vesti di regista per la terza volta, noi siamo andati a Roma per la presentazione alla stampa
Uscirà nelle sale cinematografiche giovedì 25 gennaio Made in Italy, il terzo film di Luciano Ligabue, che torna a vestire i panni del regista a distanza di oltre 16 anni (Radiofreccia nel 1998 e Da zero a dieci nel 2002). Protagonisti Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.
Made in Italy, omonima opera dell’ultimo disco del cantautore di Correggio, è una tormentata dichiarazione di amore verso il nostro Paese, raccontata con le parole e la musica di Ligabue, attraverso lo sguardo dei protagonisti Riko e Sara.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenutasi a Roma stamattina, Liga ha spiegato:
“Questo è un film sentimentale; volevo raccontare lo stato d’animo di un gruppo di persone perbene perché oggi molte persone perbene non si sentono rappresentate e pensano che in Italia essere persone perbene non paghi. Ho voluto dare voce loro”.
Kasia Smutniak, che interpreta Sara, ha raccontato un divertente retroscena riguardante il compagno Domenico Procacci, produttore del film:
Io e Domenico insieme lavoriamo male, perché lui mi mette soggezione. Per questo gli ho vietato di venire sul set durante le riprese.
Sull’ipotesi di tornare ancora dietro la macchina da presa, Ligabue si è limitato a far notare che “fare film è un mestiere faticosissimo perché significa in qualche modo progettare le emozioni e non lasciarle vivere come si fa invece sul palco di un concerto”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenutasi a Roma stamattina, Liga ha spiegato:
“Questo è un film sentimentale; volevo raccontare lo stato d’animo di un gruppo di persone perbene perché oggi molte persone perbene non si sentono rappresentate e pensano che in Italia essere persone perbene non paghi. Ho voluto dare voce loro”.
Kasia Smutniak, che interpreta Sara, ha raccontato un divertente retroscena riguardante il compagno Domenico Procacci, produttore del film:
Io e Domenico insieme lavoriamo male, perché lui mi mette soggezione. Per questo gli ho vietato di venire sul set durante le riprese.
Sull’ipotesi di tornare ancora dietro la macchina da presa, Ligabue si è limitato a far notare che “fare film è un mestiere faticosissimo perché significa in qualche modo progettare le emozioni e non lasciarle vivere come si fa invece sul palco di un concerto”.