Madre affoga la figlia di dieci mesi nella vasca da bagno nel torinese, era in preda alla depressione post parto
Madre affoga la figlia di dieci mesi nella vasca da bagno nel torinese, era in preda alla depressione post parto Photo Credit: AGENZIA FOTOGRAMMA,IT
22 novembre 2024, ore 19:00
Ancora un caso di infanticidio, dal 2000 al 2023 sono oltre 530, i più clamorosi quelli di Samuele Lorenzi a Cogne e di Lorenzo Stival in provincia di Ragusa
Una madre ha ucciso la figlia annegandola nella vasca da bagno, il padre appena entrato in casa ha tentato di salvarla, ma è arrivato troppo tardi, la vita della piccola si era già spezzata. La depressione post parto, per cui era in cura la donna, sarebbe la causa della morte della bimba di appena dieci mesi. La piccola era l’unica figlia della coppia trentenne, che vive a Nole Canavese, nella provincia di Torino. L’uomo si è trovato di fronte alla terribile scena, oltre al tentativo di rianimazione ha chiamato i soccorsi, ma inutilmente. La madre si è ferita, nel tentativo di suicidarsi, con un coltello da cucina, è in ospedale, non è in pericolo di vita. Si è colpita al torace, non raggiungendo il cuore a cui evidentemente mirava.
La madre era in cura da uno psicoanalista
La madre, chiaramente autrice di infanticidio ,è ora ricoverata all'ospedale Molinette di Torino. Le indagini sono affidate ai carabinieri coordinati dal pubblico ministero della procura di Ivrea Elena Parato. Dalla prima ricostruzione degli investigatori la tragedia sarebbe riconducibile allo stato depressivo post partum della mamma della bimba, per cui era in cura. I carabinieri di Torino stanno procedendo agli accertamenti di concerto con la procura di Ivrea. Il quadro della tragedia familiare, appare chiaro, la donna doveva recarsi oggi dallo psicanalista che l’aveva in cura.
Oltre 530 i casi di infanticidio
Dal 2000 al 2023, secondo i dati Eures, in Italia sono stati registrati 535 infanticidi, che costituiscono il 12,7% degli omicidi commessi in ambito familiare. Tra i casi più clamorosi quello di Cogne, dove Samuele Lorenzi a 3 anni, viene trovato senza vita, con ferite profonde sulla testa, nel letto dei genitori, all’interno della casa isolata di Montroz. La madre, Annamaria Franzoni chiama i soccorsi e chiede aiuto ai vicini di casa, fornendo una versione non chiara dei fatti. Ipotizzando l’intrusione di un estraneo. L'arma del delitto, probabilmente una roncola, non sarà mai ritrovata. Condannata a 30 anni in primo grado, nel 2004, la Franzoni ebbe la riduzione della pena a 16 anni in appello, con la concessione delle attenuanti generiche. Nel 2008, la Cassazione conferma i 16 anni di reclusione. Franzoni ha scontato 6 anni in carcere, poi 5 ai domiciliari, estinguendo in anticipo la pena per buona condotta. Anche la vicenda di Lorenzo Stival, morto nel novembre del 2014 ebbe molta eco, con la madre Veronica Panarello che aveva accusato l’ex suocero di aver ucciso il bambino per impedirgli di rivelare al padre una loro presunta relazione. La Panarello, condannata a 30 anni di pena è ancora in carcere.