Maestre paragonano bimbo disabile alla gastrite, la madre le denuncia, è successo a Torino
Maestre paragonano bimbo disabile alla gastrite, la madre le denuncia, è successo a Torino
07 maggio 2022, ore 12:00 , agg. alle 12:15
Le insegnanti accusate di punire il bambino che, invece, aveva bisogno di assistenza, la storia scoperta dopo alcune chat di Whatsapp date ai genitori da una maestra
"La gastrite quest'anno ha un nome e un cognome...": sulla chat interna delle maestre così è stato paragonato a questa malattia dell'apparato digerente Giovanni, nome di fantasia usato per proteggere la sua privacy, un bambino di 8 anni, affetto da gravi patologie, a cui, purtroppo, si sono aggiunti il deficit dell'attenzione e l'iperattività combinata con un disturbo oppositivo provocatorio. Un alunno che aveva bisogno di assistenza e non di punizioni.
I messaggi degli insegnanti
Quello che gli accadeva in classe, la madre, Katia, anche qui nome non reale, l'ha saputo grazie a una insegnante coscienziosa la quale le ha trasferito i messaggi che le maestre si scambiano tramite WhatsApp. Ed è stato così che la donna, si è spiegata il cambio di umore di suo figlio, il suo stato psicologico. "Ma il mio bambino", ha detto all'Ansa, "ha bisogno di essere integrato e non emarginato impedendogli di andare a scuola e anche di consumare i pasti insieme con i suoi compagni di classe, per punirlo, come poi è accaduto".
La denuncia in Procura a Torino
"Nella chat", ha spiegato la mamma del bimbo, "le insegnanti si mettevano d'accordo sulla versione dei fatti da dire ai genitori, per far credere che Giovanni era un alunno violento. Non hanno compreso che, invece, combatte ogni giorno con i suoi fantasmi e le sue difficoltà causate dalla disabilità". La donna, dopo essersi messa in contatto con un'associazione che si batte per i diritti delle persone diversamente abili, ha deciso di denunciare tutto alla Procura della Repubblica di Torino ed è pronta a consegnare i contenuti di quelle chat. "Probabilmente ci sono numerose vicende simili in Italia", hanno fatto notare dall'associazione che segue questo caso, "ma ci teniamo anche a dire che, fortunatamente, in percentuale sono la minoranza e che la scuola funziona molto bene. Ne sono testimoni anche queste maestre che prendono le distanza dalle colleghe e denunciano tutto alle mamme".