30 ottobre 2023, ore 17:45 , agg. alle 14:48
Nel ddl costituzionale previsto anche un sistema elettorale maggioritario con un premio del 55% assegnato su base nazionale, che assicurerebbe il 55% dei seggi nelle Camere ai candidati e alle liste collegate al candidato presidente del Consiglio eletto
La maggioranza trova l'intesa nel vertice tenuto all'ora di pranzo a Palazzo Chigi, sia sulla manovra finanziaria, che può approdare in Parlamento, sia sulle riforme istituzionali il cui testo sarà all'ordine del giorno nel prossimo Consiglio dei ministri in programma venerdì.
Palazzo Chigi
A rendere noto l'esito felice è la stessa presidenza del Consiglio: "Dall'incontro è emersa la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza che ha consentito di varare una manovra finanziaria improntata alla serietà e alla solidità dei conti pubblici, che nonostante il contesto difficile riesce a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori. Come previsto, oggi il testo sarà trasmesso al Parlamento, dopo il necessario drafting e la firma di autorizzazione del Capo dello Stato. Le forze di maggioranza hanno confermato la volontà di procedere speditamente all'approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti". Palazzo Chigi assicura comunque che il "governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza ed opposizione".
Fi
Soddisfatta Forza Italia, la cui proposta sugli affitti brevi è stata accolta: "L'esito positivo della riunione odierna ha confermato la volontà di procedere celermente, senza presentare emendamenti, per l'approvazione della manovra che abbassa le tasse a milioni di italiani - sottolinea una nota degli azzurri - Forza Italia ha apprezzato l'accoglimento delle sue istanze, alcune delle quali saranno inserite nel decreto collegato alla manovra, già all'esame del Parlamento. In particolare: Istituzione del Codice di identificazione nazionale (Cin), da utilizzare obbligatoriamente per gli affitti brevi e per le offerte tramite le piattaforme informatiche. I benefici realizzati dall'emersione - quantificata per oltre un miliardo - sono destinati alla riduzione della pressione fiscale; la cedolare secca resta al 21 % per il primo appartamento dato in affitto breve. Dal secondo - intestato allo stesso proprietario - passa al 26 %; il governo - spiega infine la nota - si è fatto carico di analizzare il finanziamento della tv pubblica Rai, al fine di sostenere il piano industriale triennale di rilancio dell'azienda". "Tutto si è risolto nel modo migliore" sintetizza il vicepremier e numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani, all'uscita del vertice, sulla manovra così come sulle riforme istituzionali: "Siamo d'accordo sul testo sulla riforma, che verrà presentato al prossimo Consiglio dei ministri" conferma lo stesso Tajani. Dall'incontro, ampliato al ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, è "emersa la piena condivisione del progetto di riforma costituzionale che prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Il testo del disegno di legge sarà esaminato dal Consiglio dei ministri previsto per venerdì 3 novembre", sottolinea un'altra nota di Palazzo Chigi.
La novità
E' l'elezione diretta del premier la principale novità della riforma costituzionale del governo Meloni, che approderà in Cdm venerdì. Definita "la riforma delle riforme" dalla ministra Elisabetta Casellati che sul tema ha una delega ad hoc e ci sta lavorando da mesi, è racchiusa in un disegno di legge costituzionale formato da cinque articoli.
ELEZIONE DEL PREMIER - Secondo le ultime bozze del disegno di legge costituzionale circolate, la riforma andrebbe a modificare tre articoli della Carta: l'88 sul potere del capo dello Stato di sciogliere le Camere, il 92 sulla nomina del premier e il 94 sulla mozione di fiducia e sfiducia al governo. In sostanza, dalla prossima legislatura il premier verrebbe eletto dai cittadini in un unico turno, per 5 anni, con una scheda unica.
PREMIO DI MAGGIORANZA - Previsto anche un sistema elettorale maggioritario con un premio del 55% assegnato su base nazionale che assicurerebbe il 55% dei seggi nelle Camere ai candidati e alle liste collegate al candidato premier eletto.
POTERI DEL CAPO DELLO STATO - In virtù della riforma e stando alle bozze, al capo dello Stato non spetterebbe più il potere di nomina del premier (come prevede oggi l'articolo 92), ma quello di conferire l'incarico al premier eletto, mentre manterrebbe il potere di nomina dei ministri, su indicazione del capo del governo.
NORMA 'ANTI RIBALTONE' - Nel testo predisposto dalla ministra si ipotizza che, nel caso in cui il premier si dimetta o decada dal suo ruolo, il presidente della Repubblica possa assegnare l'incarico di formare un nuovo governo al premier dimissionario o a un altro parlamentare eletto e collegato al presidente del Consiglio. Un modo per garantire continuità alla legislatura, senza ricorrere al voto e che farebbe saltare il meccanismo della sfiducia costruttiva. Al momento non si sa se la novità resterà nel testo definitivo.
STOP AI SENATORI A VITA - Potrebbe saltare anche un'altra prerogativa del presidente della Repubblica, ossia il potere di nominare i senatori a vita. In ogni caso la riforma garantirebbe che gli attuali senatori restino in carica fino alla fine del proprio mandato.