15 gennaio 2020, ore 13:00
In manette anche altre sette persone, tra cui due avvocati
Denaro contante, oggetti preziosi, altri beni e utilità tra le quali anche prestazioni sessuali. Era quanto gli indagati nell'inchiesta della Dda di Salerno promettevano e consegnavano al magistrato, presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, nonché presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo calabrese, Marco Petrini, in cambio del suo intervento per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie sentenze o comunque provvedimenti favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttivo. In taluni casi i provvedimenti favorevoli richiesti al magistrato e da quest'ultimo promessi e/o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai tribunali del distretto, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari". Petrini è stato arrestato e con lui altre sette persone, tra cui due avvocati, uno di Lamezia Terme (Catanzaro) l'altro di Locri (Reggio Calabria), dei quali non sono state fornite le generalità. L'accusa per tutte le persone coinvolte nell'inchiesta è corruzione in atti giudiziari.