Manifestazione dei negazionisti a Berlino, in Germania, oltre duecento le persone fermate dalle forze dell'ordine
18 novembre 2020, ore 23:30
Tutti senza mascherina e al diavolo la distanza, in nome della "libertà e del diritto all'autodeterminazione"
Il popolo dei no-mask e' tornato a protestare a Berlino, dove oggi per la prima volta da decenni la polizia ha usato contro la folla gli idranti e ci sono stati degli scontri. Nelle stesse ore, la Svizzera lanciava l'allarme: gli 876 posti riconosciuti dalla società' svizzera di medicina intensiva sono tutti ormai occupati a causa del Covid. I dati che i negazionisti in genere non vogliono ascoltare, ritenendo che il virus sia inventato, o quanto meno montato da media e politici. Nelle strade di Berlino, quella che inizialmente era una manifestazione pacifica si è trasformata in una calca recalcitrante che di fatto ha impedito alla polizia di sciogliere l'assembramento davanti alla Porta di Brandeburgo, se non dopo molte ore. Migliaia di persone - 7000 secondo il bilancio delle forze dell'ordine, nel quale ci sono già circa 200 fermi e nove agenti feriti - si sono riversate davanti al simbolo massimo della città per protestare contro le politiche anti-Covid del governo tedesco. La protesta si è spinta fino alla zona del Reichstag.
Duri scontri durante la manifestazione
Nel mirino di scettici e negazionisti la legge in discussione proprio stamattina al Bundestag, che ha poi approvato una riforma sulla protezione della salute valida per la pandemia. Con 415 voti favorevoli, 236 contrari e 8 astensioni è passato alla fine un testo che ancora giuridicamente ad una legge parlamentare la possibilità di prescrivere le restrizioni tipiche del lockdown: chiusure di negozi, distanziamento, uso della mascherina, divieto di contatti e di eventi sportivi e culturali. La nuova norma ha avuto subito dopo anche l'ok del Bundesrat. All'accesa discussione in Parlamento facevano eco i disordini di piazza. La polizia di Berlino, intervenuta con 2000 agenti, ha intimato ai militanti di rispettare le regole igieniche prescritte contro il virus, annunciando anche su Twitter un possibile ricorso agli idranti. Ma il monito non ha fatto cambiare atteggiamento ad una massa di gente parsa come altre volte eterogenea e colorata: fra bandiere arcobaleno e fischi, giovani e anziani, donne, bambini ma anche estremisti di destra e Reichsburger. A questo punto, la polizia ha dichiarato chiusa la manifestazione e ha fatto avanzare gli idranti: l'acqua contro le proteste però non è servita a molto. Aperti gli ombrelli, si è assistito a lanci di oggetti, bottiglie e petardi. "Servirà tempo - ha spiegato dopo un paio d'ore la portavoce della polizia - ci sono anche dei bambini. Si va avanti con lentezza, non in modo marziale". Il governo, dal canto suo, ha ribadito "l'irrinunciabilita'" delle critiche e del dibattito pubblico sulle misure per la pandemia, e "l'alto valore" della liberta' di manifestazione, ma ha anche chiesto di "rispettare le regole igieniche".
Berlino città focolaio
Berlino del resto è uno degli hotspot tedeschi dove il Covid morde e le terapie intensive si riempiono vistosamente: i nuovi casi in 24 ore sono stati 1.572, con un'incidenza di 214,1 contagi su 100mila abitanti in 7 giorni. "Che si agisca oppure no, questa pandemia fara' dei danni. Il punto e' decidere dove", ha detto il ministro della Salute Jens Spahn, sottolineando che la maggioranza ha deciso di tutelare la salute della popolazione e non sovraccaricare le strutture sanitarie, per evitare, con una crescita esponenziale del contagio, un numero incalcolabile di vittime. La Germania e' in semi-lockdown dal 2 novembre: aperti asili, scuole e negozi, mentre sono stati chiusi ristoranti, locali, centri sportivi e culturali. L'aumento dei contagi dall'inizio della settimana eè diminuito: oggi si sono registrate 17.561 nuove infezioni nelle 24 ore, mille in meno rispetto a mercoledì scorso. Tuttavia è ancora presto, secondo il governo, per parlare di svolta, e il clima politico e' tesissimo in vista di un incontro della settimana prossima fra Bund e Laender in cui si dovranno prendere decisioni per dicembre e per le vacanze di Natale.