Manovra, Cgil e Uil non chiudono del tutto la porta al governo: pronti al dialogo prima dello sciopero

Manovra, Cgil e Uil non chiudono del tutto la porta al governo: pronti al dialogo prima dello sciopero

Manovra, Cgil e Uil non chiudono del tutto la porta al governo: pronti al dialogo prima dello sciopero


I Segretari nazionali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri affermano in conferenza stampa l’esigenza di “rappresentare un Paese dove non va tutto bene, dove aumentano le disuguaglianze, dove servono maggiori risposte per lavoratori, giovani e donne”

I leader di Cgil e Uil spiegano i motivi per cui hanno deciso lo sciopero generale di otto ore per il 16 dicembre. "C'è la necessità di rappresentare un Paese dove non va tutto bene, dove aumentano le disuguaglianze, dove servono maggiori risposte per lavoratori, precari e disoccupati", dice Bombardieri (Uil). Su "riforma fiscale e welfare, non solo pensioni" occorrono "risposte precise e puntuali".


Landini

"Il dialogo con il governo non è interrotto: siamo disponibili ad un confronto prima dello sciopero", aggiunge Landini (Cgil). "Ma dalla pandemia non si esce con le ingiustizie che c'erano prima, ma con un nuovo modello sociale, in cui il lavoro sia stabile". Nel documento unitario Cgil e Uil dicono che le risposte date dal governo sul disagio sociale sono "insufficienti". "La manovra è espansiva e c'è ripresa, è vero. Ma per chi?", si chiede ironico Landini. E ancora sul tema fisco: "Molto grave che nella discussione il premier Draghi sia stato messo in minoranza sul contributo di solidarietà oltre i 75 mila euro lordi. Questa è la dimostrazione che la politica non sta tenendo conto della situazione reale del Paese". Lo sciopero generale sarà di 8 ore "nel rispetto delle norme di legge", ma "essendo nel pieno della pandemia, tutto il settore della sanità sarà esentato", sottolinea Landini. Lo sciopero separato, senza la Cisl, non preoccupa Bombardieri: "Non c'è un sindacato unico ma unitario. Ci divide la sensibilità nella risposta. Sono sicuro che riprenderemo il percorso unitario". Nessun contatto con Palazzo Chigi, dopo la proclamazione dello sciopero: "No, non abbiamo sentito nessuno".


Palazzo Chigi

Dopo lo stupore per l'annuncio dello sciopero generale sulla manovra -proclamato da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre- risulta al momento in stand-by il confronto tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Il tavolo -annunciato dai sindacati venerdì scorso all'uscita da Palazzo Chigi- avrebbe dovuto tenersi entro la settimana prossima, ma al momento non risulta in agenda e dovrebbe tenersi solo successivamente. Motivando lo slittamento alla grande mole di lavoro a Palazzo Chigi, tra Pnrr e vari dossier sul tavolo. Ma c'è anche chi ammette che non dovrebbe sorprendere la necessità di un supplemento di riflessione prima di riprendere il confronto coi sindacati dopo lo strappo che si è consumato. Sta di fatto che il tavolo - che ''tratterà solo della riforma a lungo termine'', viene ribadito e puntualizzato dalle stesse fonti- al momento risulta in standby.


La storia

Di certo la storia dei sindacati confederali è un ripetersi di rotture e riavvicinamenti. La prima cesura è quella su cui nasce la Cisl: nel 1948, dopo l'attentato al segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti, viene proclamato lo sciopero generale a cui non aderisce la corrente democristiana che fonderà poi la Confederazione Italiana sindacati Lavoratori. Ieri l'ultimo strappo: Cgil e Uil hanno deciso contro il volere della Cisl lo sciopero generale il 16 dicembre per protesta nei confronti della manovra del governo Draghi. L'ultimo sciopero generale unitario di Cgil, Cisl e Uil risale a novembre 2013 contro la legge di stabilità del governo Letta.

 


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