17 settembre 2024, ore 18:30
Ma per stime su crescita e conti si aspetta l’Istituto di statistica il 23 settembre, con gli ultimi dati. Dopo il varo, il Piano strutturale di bilancio approderà in Parlamento con l'esame atteso nella prima settimana di ottobre. Poi l'invio a Bruxelles
Impegno dell’esecutivo a portare il deficit sotto il 3% già nel 2026 e a imbrigliare la crescita media della spesa netta all'1,5%. Nell'esame del Piano strutturale di Bilancio oggi in Consiglio dei ministri sono questi i due punti fermi fissati nel Piano dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, garantendo la sostenibilità del debito e rinnovando l'intenzione di conseguire la correzione dei conti in 7 anni e non 4, come previsto dalle attenuanti del nuovo Patto riformato da negoziare con la Commissione europea.
Le risorse
Il Piano non contiene ancora le stime programmatiche per capire l'aggiustamento dei conti o le risorse a disposizione per la manovra, in attesa della revisione dei dati Istat attesa il 23 settembre. Dopo l'aggiornamento delle stime sulla crescita e i conti, il Psb dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri e da lì essere trasmesso a stretto giro di posta alle Camere e poi a Bruxelles, entro fine mese. "Il Governo continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/pil già nel 2026. Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future", si legge in una nota diffusa dal Mef al termine del Cdm.
La Commissione
"La traiettoria di spesa netta inserita nel Piano, che rappresenta il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione, è in linea con le aspettative delle autorità europee, si legge in una nota del Mef", si sottolinea nel testo. "Nell'orizzonte temporale considerato dal Piano il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all'1,5 per cento. La traiettoria, inoltre, è coerente con l'andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile". Il governo ribadisce la volontà di conseguire la correzione dei conti entro un orizzonte di sette anni, da negoziare con Bruxelles sulla base delle nuove regole del Patto di stabilità. "Il Piano definisce anche le linee strategiche relative alle riforme e agli investimenti che il Governo ritiene di realizzare nell'orizzonte di riferimento, in particolare quelle funzionali all'estensione da 4 a 7 anni del periodo di aggiustamento".
Riscossione
Da parte sua il viceministro dell'Economia e Finanze Maurizio Leo ha annunciato che "dopo i testi unici su giustizia tributaria, tributi erariali minori e sanzioni tributarie, attualmente all'esame del Parlamento, oggi il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il testo unico in materia di versamenti e di riscossione. Si tratta del quarto testo unico approvato dal governo Meloni, a dimostrazione del nostro impegno costante per semplificare e razionalizzare le attuali norme in materia tributaria", aggiunge. "Rispetto al percorso dei testi unici, con l'approvazione del provvedimento odierno, possiamo dire di essere a metà del percorso. In totale ne sono previsti otto", aggiunge Leo. "Andiamo avanti nel percorso di attuazione della riforma fiscale, per la costruzione di un fisco più equo e moderno”.